Liguori: «Pedina di scambio da plusvalenza. Mai stato a Lille»

«Lille? Non ci sono mai stato». Esordisce così nell’intervista rilasciata a La Repubblica Luigi Liguori, attaccante classe 1998, inserito dal Napoli nell’operazione che portò l’attaccante Victor Osimhen in azzurro. Liguori,…

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«Lille? Non ci sono mai stato». Esordisce così nell’intervista rilasciata a La Repubblica Luigi Liguori, attaccante classe 1998, inserito dal Napoli nell’operazione che portò l’attaccante Victor Osimhen in azzurro. Liguori, insieme al terzo portiere Karnezis e altri due ragazzi meno noti fecero il percorso inverso e approdarono al club di Ligue 1.

Nell’affare fu valutato 4 milioni, ma oggi, a 23 anni, gioca nell’Ercolanese, Eccellenza campana, mentre l’affare Osimhen è finito nella relazione della Covisoc sulle plusvalenze sospette. «Giocavo in prestito alla Fermana, in Serie C. A giugno mi chiamò il Napoli e mi disse: vieni a Castel Volturno, dobbiamo parlare. Siamo andati io e il mio procuratore, la società ci ha offerto due opzioni: potevo rinnovare per un anno e restare, o accettare di andare al Lille e firmare per tre anni, entrando nell’operazione Osimhen. Ne ho parlato con il mio agente e ho accettato. Il 30 giugno abbiamo firmato con il Lille».

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Tuttavia, Liguori spiega che «non siamo mai andati a Lille», neanche per firmare. «Mai. Hanno mandato i contratti a Napoli e abbiamo firmato a Castel Volturno. A quel punto abbiamo chiesto di poter restare un altro anno in Italia in prestito. Avevo già la squadra, a Fermo mister Antonioli mi voleva a tutti i costi. Ho fatto sei mesi alla Fermana e poi sono andato a Lecco. Quando è finito il prestito, il Lille mi ha mandato una comunicazione dicendo che il 1° luglio dovevamo essere da loro. Tutti e tre».

«Noi tre contropartite nell’affare Osimhen – ha specificato Liguori –. Ma noi non volevamo più andare in Francia, allora ci hanno proposto di lasciare sul tavolo i due anni di contratto e accettare una buonuscita. Purtroppo, io non sapevo tutto. Loro non è che ti dicono che volevano fare plusvalenza. Ci hanno detto solo: il Lille vuole tre giovani e noi abbiamo pensato a voi. Poi col passare delle settimane abbiamo scoperto tutto, ma ormai eravamo coinvolti, non potevamo più fare nulla».

Una situazione che «ha pesato tanto» sulla sua carriera, dice l’attaccante, che racconta di essersi sentito una pedina di scambio. «Sì e mi fa rabbia. Non poca, tanta rabbia. Abbiamo scoperto che non era un’operazione fatta per noi, per il nostro futuro. Era per altro. Con gli altri due ragazzi coinvolti nell’operazione ci sentiamo spesso e tra di noi ci diciamo: noi avevamo tre anni di contratto. Ci siamo bruciati per “colpa” del Napoli. Perché noi non sapevamo nulla».