Caso tamponi, le motivazioni: «Responsabilità Lotito minore»

“Tre dei cinque addebiti disciplinari accertati dall’annullata decisione sono definitivamente venuti meno; i due addebiti residui (lettere E e F) sono significativamente ridimensionati nella loro portata oggettiva e la responsabilità…

Lazio bilancio 2022

“Tre dei cinque addebiti disciplinari accertati dall’annullata decisione sono definitivamente venuti meno; i due addebiti residui (lettere E e F) sono significativamente ridimensionati nella loro portata oggettiva e la responsabilità del presidente della società va graduata, in diminuzione, rispetto a quella dei medici, in presenza della riconosciuta delega di funzioni”. Così la Corte federale d’appello a sezioni unite, presieduta da Marco Lipari, spiega, nelle sue motivazioni, la rimodulazione della sanzione in 2 mesi di inibizione per il presidente della Lazio, Claudio Lotito, nell’ambito del caso tamponi, mentre i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini sono stati sanzionati con 5 mesi di inibizione.

Nel rigettare le nuove richieste sanzionatorie della procura federale (11 mesi per i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini, 10 per Lotito), ritenute sproporzionate, i giudici ricordano inoltre che “diversamente da quanto ritenuto dalla sentenza annullata, non può incidere negativamente sulla commisurazione della sanzione” del presidente Lotito “l’ipotizzata recidiva, in quanto non ritualmente contestata, e va riconosciuta validita’ ed efficienza del modello organizzativo sanitario” della Lazio.

Nelle tredici pagine della sentenza, la Corte federale d’appello ricorda a più riprese che “il giudizio è circoscritto alla sola determinazione delle sanzioni applicabili agli incolpati, in relazione agli addebiti di cui alle lettere B, C, E ed F, nei limiti soggettivi ed oggettivi accertati definitivamente dalle pronunce di rinvio del Collegio di Garanzia”.

“È fuori discussione come ritenuto anche dalla Procura Federale – spiegano ancora i giudici – che tutti gli incolpati risultano definitivamente assolti dagli addebiti di cui alla lettera A (non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti la positività al Covid-19 di 8 tesserati in data 27 settembre 2020), mentre il presidente Lotito va considerato definitivamente prosciolto anche dagli addebiti di cui alle lettere B e C (non aver tempestivamente comunicato alle ASL competenti della positività al Covid-19 di 8 tesserati, riscontrata in data 3 novembre 2020, e di tre tesserati, per la precisione Vavro, Escalante e Djavan Anderson, riscontrata in data 30 ottobre 2020)”.

Per la Corte, peraltro, non possono essere accolte le osservazioni della difesa del presidente Lotito, che avrebbe voluto una nuova valutazione anche dei capi d’accusa E e F (non aver sottoposto al periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, i calciatori Ciro Immobile e Djavan Anderson): “L’inosservanza dell’obbligo di precauzione e la negligenza sono state ritenute sussistenti dal Collegio di Garanzia per il solo fatto di avere consentito ai calciatori, positivi anche ad un solo tampone, di accedere ai locali della societa’ e di scendere in campo”, concludono i giudici.