Super Bowl, indotto da 410 mln: che differenza con la finale di Champions

Mancano ancora alcuni mesi alla prossima edizione del Super Bowl, che si terrà a febbraio 2022 a Ingelwood, nella contea di Los Angeles e che andrà in scena al SoFi…

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Mancano ancora alcuni mesi alla prossima edizione del Super Bowl, che si terrà a febbraio 2022 a Ingelwood, nella contea di Los Angeles e che andrà in scena al SoFi Stadium. Ciò nonostante, anche per quest’anno è stato calcolato l’impatto economico del quale la città ospitante potrà godere grazie allo svolgimento della manifestazione.

Il sito Front Office Sports sottolinea che il Los Angeles Super Bowl Host Committee ha pubblicato un ampio report che stima l’impatto complessivo di uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo tra 234 milioni e 477 milioni di dollari (in euro, tra 200 e 410 milioni).

Tra i vari numeri, si segnala che il Super Bowl porterà da 2.200 a 4.700 nuovi posti di lavoro nella regione di Los Angeles, principalmente nel settore dei trasporti, degli hotel e dei motel, oltre che dei ristoranti e della cura della persona.

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Si prevede che da 100.000 a 150.000 persone si trasferiranno nell’area da fuori, rimanendovi in media quattro giorni. L’alloggio a breve termine e altri impatti “diretti” della partita potrebbero rappresentare fino a 258,5 milioni di dollari dell’impatto totale.

Come ogni anno, è interessante poter mettere a confronto la manifestazione con un altro grande evento sportivo: la finale della UEFA Champions League. Sul tema, cinque anni fa il presidente della Juventus Andrea Agnelli era intervenuto sottolineando il gap di ricavi tra le due manifestazioni.

Secondo il presidente dei bianconeri l’obiettivo della UEFA doveva essere quello di far diventare la Champions League «la principale manifestazione al mondo, per ricavi commerciali, audience e imprevedibilità del risultato sportivo».

«E’ a questo che dovrebbero ambire le Federazioni, visto che hanno un marchio come la Champions League in mano. L’audience della finale di Champions è di circa 180 milioni, contro i 140 milioni del Superbowl. Quello che deve far riflettere però è che, a fronte di una supremazia sull’atto conclusivo delle due manifestazioni, oggi la Champions League fattura 2,4 miliardi euro, mentre l’NFL circa 7 miliardi di dollari, circa 5 miliardi di euro: il doppio, a fronte di un evento conclusivo inferiore e a fronte di un bacino di utenza che è circa un decimo di quello del calcio», sottolineava Agnelli.

In effetti, confrontando i due eventi in termini di indotto, a fronte di un minimo di 234 milioni di dollari (200 milioni di euro circa) per il Super Bowl, l’ultima edizione della Champions League pre-Covid – nel 2019 – aveva portato alla città di Madrid circa 123 milioni di euro, di cui almeno 66 milioni investiti nella capitale in settori come il tempo libero, l’alloggio, la ristorazione e i souvenir.

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Cifra che si era ridotta con le Final Eight di Lisbona, quando si era deciso di portare le sfide dai quarti di finale (in gara secca) in avanti in una sola città. In quel caso l’indotto era stato pari a circa 50,4 milioni di euro, anche se bisogna tenere inevitabilmente conto delle restrizioni di quel periodo legate alla pandemia.

Una cifra simile, infine – 53 milioni di euro – era stata stimata per la città di Cardiff, che ospitò la finale del 2017 tra Juventus e Real Madrid. Segno che la massima competizione europea per club ha ancora ampi margini di miglioramento e che il prodotto potrebbe essere valorizzato maggiormente.