«Rimangono tantissimi fotogrammi che scorrono nella mia mente e nella mente di tanti italiani. Momenti di grande gioia, di grande orgoglio, ma soprattutto l’entusiasmo che ha generato questo importante progetto che stiamo portando avanti da ormai tre lunghi anni e che dobbiamo continuare a coltivare perchè quell’entusiasmo ci consente di recuperare energie che sono molto utili per dare ancora maggiore dignità al calcio italiano».
Con queste parole, in un’intervista rilasciata a Sky Sport, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina torna sugli Europei vinti tre mesi fa dagli azzurri di Roberto Mancini. Un trionfo che, sottolinea il numero 1 della Figc «ci lascia sicuramente la certezza di aver intrapreso una strada giusta, la strada per il rilancio del calcio italiano, la strada per dare centralità al calcio italiano all’interno di organismi istituzionali sportivi ma anche verso la parte politica di governo del nostro Paese».
«E soprattutto – ha aggiunto il numero uno della Figc – ci dà certezza di aver recuperato un elemento fondamentale per essere convinti di essere dalla parte giusta, ed è l’entusiasmo dei nostri tifosi, che purtroppo ci è mancato tantissimo, che abbiamo recuperato e che abbiamo l’obbligo e il dovere di tutelare e custodire per consentirci di affrontare il periodo di riforma del nostro mondo».
«L’entusiasmo è importante, è un elemento fondamentale. L’intuizione è stata quella di restituire la Nazionale agli italiani, oggi la Nazionale è degli italiani, appartiene a tutti i nostri tifosi, a un popolo che si ritrova nei valori di questa Nazionale. E quindi questo entusiasmo è sicuramente il momento per avviare quel progetto di riforma del calcio italiano», ha proseguito Gravina.
Ora, testa alle qualificazioni per il Mondiale in Qatar. Per essere in grado di lottare per un altro grande sogno, secondo Gravina, bisogna «aggiungere tanto lavoro, come abbiamo fatto in questi 3 anni. Continuare a sognare, perché il sogno è sicuramente uno degli elementi importanti che deriva da un elemento essenziale che è la conoscenza. Conoscere i nostri limiti ma soprattutto i nostri vincoli. I limiti li conosciamo, ci stiamo lavorando, Mancini sta lavorando tantissimo. Ma conosciamo anche i nostri vincoli, la tutela dell’affetto dei nostri tifosi e centrare un obiettivo importante: sognare, ma stando sempre coi piedi per terra», ha concluso.