Sono 61 i miliardi di euro di liquidità, ricavati dalle cento aziende familiari più grandi d’Italia. Lo si evince da un’analisi pubblicata su L’Economia del Corriere della Sera, che sottolinea un balzo in avanti (+36%) nel 2020 rispetto all’anno precedente quando la quantità del denaro per cassa ammontava a 45 miliardi.
Il tutto, senza considerare Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann – che detiene anche il controllo del 63,8% della Juventus – i cui valori sono talmente elevati da spostare il totale complessivo della liquidità a 97 miliardi di euro.
L’indagine, realizzata da Guido Corbetta e Fabio Quarato, rispettivamente titolare e managing director della Cattedra Aidaf-Ey di Strategia delle aziende familiari all’università Bocconi, è stata condotta sui bilanci disponibili del 2020 dei primi cento gruppi a controllo familiare con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro.
Ben 81 realtà su 100 che sono state indagate hanno migliorato la cassa mentre 62 hanno ridotto l’indebitamento finanziario netto. In generale, considerando le difficoltà legate alla pandemia, le imprese hanno accantonato liquidità per prudenza e si sono indebitate a tassi bassi.
Dietro a Exor – che presenta ricavi per 119 miliardi e liquidità per 35 miliardi – si trova Edizioni, la holding della famiglia Benetton (11 miliardi di ricavi, liquidità per 9 miliardi circa). Il podio è chiuso da Essilor-Luxottica di Del Vecchio, con 14,4 miliardi di ricavi e liquidità per 8,8 miliardi.