La gara per il marchio Alitalia è “andata deserta”, secondo quanto riportato dall’Ansa. La base d’asta era pari a 290 milioni di euro, oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge. Una cifra definita “irrealistica” dal presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla. Ora si passerà ad una seconda fase, che aprirà ad offerte più basse.
Per il momento, quindi, Ita non avrà sulla livrea lo storico marchio della vecchia compagnia di bandiera, dopo non aver partecipato alla gara per il marchio dopo le perplessità di Altavilla. Ita decollerà il prossimo 15 ottobre e da ieri sono in vendita i biglietti per gli Stati Uniti. Nel frattempo la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Alitalia che non saranno assorbiti dalla newco è stata prorogata fino al settembre dell’anno prossimo dopo il tavolo al ministero del Lavoro con i sindacati di categoria.
“Il governo conferma che la partenza operativa di Ita avverrà il 15 ottobre ed è fiducioso che tutte le parti coinvolte vorranno lavorare in modo determinato e ragionevole per raggiungere quest’obiettivo”, ha detto la viceministra dell’economia e delle finanze, Laura Castelli, in audizione alle Commissioni riunite Trasporti della Camera e Lavori pubblici del Senato sul piano industriale e l’avvio della newco, che così fra dieci giorni prenderà il posto della vecchia Alitalia.
Ita “deve produrre valore nel tempo e deve essere profittevole e redditizia”, ha affermato Castelli in Parlamento ed “i ricavi sono attesi in crescita, da 1,8 miliardi di euro del primo anno a 3,3 miliardi nel 2025 con il pareggio in termini di Ebit che verrebbe raggiunto tra il secondo e terzo bilancio operativo”, ha illustrato la viceministra dell’Economia e delle Finanze. Nel suo intervento Castelli ha ricordato che le linee guida del piano prevedono che Ita parta con circa 6.000 effettivi a fronte dei circa 10.600 di Alitalia per poi salire a fine piano nel 2025 a 8.400 lavoratori di cui 3.700 del ramo volo, 2.600 di handling, 1.000 di manutenzione e 1.100 di staff. “Le linee guida prevedono che la nuova società sia dimensionata con assoluta coerenza col piano industriale e quindi con l’evoluzione della domanda attesa, e definisca un nuovo contratto di lavoro a condizione di mercato”, ha spiegato Castelli.