Si è aperta la nuova casa del Var, un piccolo passo dell’Italia verso il futuro. Il centro ha una dimensione di 2.400 metri quadri, otto sale dedicate per la sola Serie A, quattro per la Serie B, 17 stadi collegati, oltre 250 chilometri di cavi ed è nato in quattro mesi a Lissone.
Si tratta – scrive La Stampa – di un salto triplo in avanti perché, sottolinea il numero uno della Lega di Serie A Paolo Dal Pino, «siamo gli unici in Europa ad avere un posto così…». L’Italia è stata dunque la prima, grande, federazione ad aprirsi alla rivoluzione della moviola in campo e, adesso, l’Italia è pronta a fare lo stesso su uno dei temi più d’attualità: il fuorigioco.
Sul tema oggi interviene in maniera scientifica la tecnologia, mentre un tempo esisteva il concetto di “luce” tra i corpi e solo in presenza della quale si fermava il gioco, altrimenti l’azione correva: oggi, anche un solo centimetro fa cadere in fallo chi attacca.
La Fifa si è guardata attorno e ha chiesto al presidente della Figc Gravina di cominciare una nuova parentesi tra test e sperimentazione con l’obiettivo di capire se, e come, sia possibile tornare alla cosiddetta “luce”, ma con i nuovi strumenti a disposizione oggi.
Il terreno individuato per i test sarà il campionato nazionale Under 18 dove scenderanno assistenti di gara dalla Lega Pro: il passo successivo vedrebbe il dossier finire sul tavolo dell’Ifab, unico organo al mondo preposto al cambiamento delle regole del calcio.