Dal Pino: «Stadi aperti per aiutare vaccinazioni e Pil»

Il calcio ha bisogno del ritorno del pubblico. A sottolinearlo sono ormai diverse voci, che da più parti chiedono al Governo maggiori aperture in vista della ripartenza del 22 agosto,…

Dal Pino: «Lontani dagli stadi aperti senza limiti»

Il calcio ha bisogno del ritorno del pubblico. A sottolinearlo sono ormai diverse voci, che da più parti chiedono al Governo maggiori aperture in vista della ripartenza del 22 agosto, per poter supportare le finanze dei club devastate dalla pandemia.

Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Dal Pino, presidente della Serie A, ha voluto ribadire il concetto, sottolineando l’importanza del calcio nella società e nell’economia italiana. «Il calcio è uno strumento sociale imponente, un settore che attrae 38 milioni di persone. Il successo agli Europei ha contribuito a una spinta in alto dello 0,7% del Pil. Il calcio ha una tale dimensione sociale da essere in grado di creare opportunità di business per le aziende. Lavoriamo insieme con il governo per accelerare la campagna vaccinale e riportare la gente allo stadio» ha dichiarato il presidente.

La richiesta è una riapertura totale: «La Lega serie A con tutti i 20 club, la Federcalcio, hanno inviato lettere alle istituzioni per chiedere il ritorno al 100% degli spettatori alle partite. Non è una richiesta folle: spingiamo gli italiani a vaccinarsi visto che finora solo il 45% della popolazione sopra i 12 anni lo ha fatto. Il calcio è un volano sociale incredibile e nel momento in cui consentissimo ai nostri fan muniti di green pass di accedere alle tribune, forniremmo un contributo decisivo per mettere in sicurezza tutto il Paese».

Nel frattempo, il Cts starebbe studiando le richieste di Serie A e FIGC («siamo in pressing perché il tempo stringe e il campionato inizia il 22 agosto»), ma il calcio italiano non si accontenterebbe del 50% della capienza: «No e non vedo il motivo di questa eventuale decisione. Siamo orientati sul 100% della capienza».

Infine, Dal Pino ha concluso sottolineando quanto ha imparato dalla pandemia: «La lezione è il senso di vulnerabilità. Per carattere ho sempre uno spirito positivo, ma all’epoca aveva prevalso uno stato d’ansia, per aver contagiato la mia famiglia. La pandemia ci ha mostrato la necessità di essere solidali, dovremmo pensare e vivere meno di conflitti, molto meglio concentrarci su quelle cose per cui vale davvero la pena di spendere energie».