La Superlega batte un altro colpo. Il Tribunale di Madrid ha confermato che la UEFA non può agire contro la sua società controllante, A22 Sports Management. Come riporta Marca, la Federcalcio europea ha chiesto che la società non fosse presente nella causa dei dodici club fondatori contro la UEFA stessa.
Tuttavia, sul tema si è mosso con una nuova ordinanza il magistrato Manuel Ruiz de Lara, che già lo scorso 1° luglio aveva invitato la UEFA ad astenersi dall’escludere i club fondatori dalle competizioni da essa stessa organizzate, sottolineando che farlo implicherebbe «l’irrogazione di sanzioni pecuniarie e anche la possibilità di incorrere in un reato di disobbedienza all’autorità giudiziaria».
In questo modo la giustizia intende, in base all’articolo 13 del codice di procedura civile, che «mentre un processo è pendente, può essere ammesso come convenuto chiunque dimostri di avere un interesse diretto e legittimo verso l’esito della causa».
Questa risoluzione suppone che A22 Sports Management rimanga parte in causa contro la UEFA dopo essere stata incaricata di ideare, creare, promuovere, finanziare e implementare questa competizione, cambiando il nome della società “Fabianville S.L.U.” in “European Super League Company S.L”.
La nota rilasciata dalla Corte Superiore di Giustizia di Madrid afferma quanto segue:
Il magistrato del Tribunale commerciale n. 17 di Madrid ha confermato integralmente l’ordinanza del 4 giugno 2021, con la quale è stato concordato l’intervento della società A22 Sports Management SL nel procedimento noto come “caso Superlega”.
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La partecipazione della suddetta società nella fattispecie era stata impugnata dall’Union des Associations Européennes de Football (UEFA) e, con ordinanza allegata e non più impugnabile, la Corte rigetta tale domanda, tra l’altro in diritto, in quanto e come accertato nell’articolo 13 del codice di procedura civile, mentre un processo è pendente, può essere ammesso come convenuto chiunque dimostri di avere un interesse diretto e legittimo verso l’esito della causa. In particolare, qualsiasi consumatore o utente può intervenire nei processi istituiti dagli enti legalmente riconosciuti per la difesa degli interessi degli stessi.