Marotta: «Impensabile chiedere altri soldi a Suning»

“Siamo davanti a uno scenario inquietante e riserverà ancora spiacevoli situazioni. Il mondo del calcio è in difficoltà e serviranno diversi miliardi di euro che dovranno essere messi a disposizione…

Inter Fair Play Finanziario

“Siamo davanti a uno scenario inquietante e riserverà ancora spiacevoli situazioni. Il mondo del calcio è in difficoltà e serviranno diversi miliardi di euro che dovranno essere messi a disposizione o con equity o con finanziamenti tramite terzi. La nostra proprietà da quando è proprietaria dell’Inter ha profuso circa 700 milioni di euro per far si che si possa dare solidità e continuità. Oggi la situazione è cambiata con l’economia globale che è in contrazione. È inspiegabile che si possa chiedere alla proprietà nuovi innesti finanziari. Non sempre l’equazione di chi più spende più vince”. Lo ha detto l’ad dell’Inter Beppe Marotta, durante la conferenza di presentazione di Simone Inzaghi da tecnico nerazzurro.

“Siamo in un momento difficile, di post-pandemia, caratterizzato da sofferenze, magari della perdita di persona care, e in contemporanea per gli effetti dei problemi dell’economia globale che ha creato grandi problemi. Di riflesso il mondo del calcio sta cercando un modello di sostenibilità e continuità”.

“Siamo ormai lontani da quei momenti, dal modello di mecenatismo caro anche a questa città che vedeva i proprietari delle società anteporre il risultato al rispetto del bilancio. Oggi tutto questo è impossibile, il modello deve essere di sostenibilità e continuità. Vogliamo continuare, questi sono gli intenti della società, a ricercare i risultati sportivi, ma rispettando gli equilibri patrimoniali e finanziari del club. Il compito del management, mio, di Ausilio, di Baccin e di Antonello è quello di allestire la squadra quanto più competitiva possibile tenendo conto di tutto questo. Hakimi? Era un asset importante, ma sono state fatte scelte dolorose e la sua cessione è stata proprio per far si che si riesca a dare continuità”.

“Un aspetto importante è che possa tornare il nostro pubblico. Giocare senza pubblico è triste. Un antropologo e un sociologo, Moris, scrisse che il gioco del calcio senza pubblico è pari a zero. Per noi è peggio, perché in alcuni momenti c’è stata tristezza e malinconia. Io chiedo al nostro governo di riaprire gli stadi italiani, seguendo gli esempi e i modelli della Premier e della Liga, perché il calcio è un fenomeno sociale, ma credo che i tifosi rappresentino anche un patrimonio per tutte le società”.