Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli è intervenuto oggi durante i sorteggi per i playoff di Serie C, che metterà di fronte le otto squadre rimaste ancora in corsa per la promozione nel campionato cadetto, la Serie B. Tra i temi toccati nell’intervista a Eleven Sports il pubblico allo stadio, le riforme, la Coppa Italia e il calcio in tv.
«Non sarà semplice riportare il pubblico allo stadio. E’ un anno e mezzo che non c’è e le abitudini sono cambiate. Se si aggiunge la paura che sarà difficile da superare, bisognerà lavorare. Sarà un lavoro di accompagnamento e dovranno essere brave le società a riconquistare i tifosi. Dovrà essere fatto un percorso, visto che la partita col virus è ancora aperta», ha esordito.
A proposito della nuova Coppa Italia, Ghirelli dice: «Noi la partita l’abbiamo giocata per tutti, anche se io ho difeso la C. La discussione è stata sul valore della Coppa Italia come coppa di tutti, ma allo stesso tempo abbiamo tenuto aperta la porta della competitività. L’importante per noi era che da subito rientrassimo, per dare un segnale».
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«Certo sarebbe stato bello se tutte avessero potuto partecipare. Ma era importante il segnale nella giusta direzione. E’ implicato lavoro e metterci la faccia. Intervenendo nel momento in cui bisognava intervenire siamo riusciti a far capire. Ringrazio la Serie A, la Serie B, il presidente della Federcalcio, i giornalisti, i tifosi: abbiamo mantenuto aperta una prospettiva per tutti», ha aggiunto.
Capitolo sostenibilità: «Io sono contento delle decisioni del Consiglio Federale: alcune delle regole che noi abbiamo sperimentato, come quella dei contratti sopra 1 milione garantiti da fideiussione primaria bancaria. Questo mette in sicurezza le società perché non vanno oltre i costi che possono sostenere. Ora anche la Serie A lo rimodulerà per quanto le riguarda. Ci rafforza nel pensiero che la Lega Pro può essere il laboratorio del calcio italiano».
Fondamentale anche il tema delle riforme: «Le riforme sono essenziali. Bisogna stare attenti sul meccanismo delle riforme sui tempi. Sono 60 anni che non se ne fanno. L’unica l’abbiamo fatta noi, ma non è stata una grandissima riforma: siamo passati solo da 90 a 60. Siamo gli unici. Il problema è che non risolviamo il problema se non ragioniamo a sistema».
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«Bisogna ragionare anche sui playoff, ma prima di tutto sulla formula del campionato, ponendoci una semplice domanda: perché quando si svolgevano le partite con il pubblico durante il campionato la stessa partita aveva X spettatori e nei playoff lo stadio era pieno? Significa che la formula del campionato deve essere rivisitata. Anche la formula dei playoff provando a dare più spettacolarità e decisionalità del terreno di gioco. Se vogliamo attrarre ragazzi e ragazze, dobbiamo avere la consapevolezza che dobbiamo confrontarci con un calcio che chiede di essere innovato», il pensiero del presidente.
Infine, una battuta su Eleven Sports, partner digitale della Serie C: «Torno a dieci anni fa, fummo i primi a ragionare sullo streaming. Per le squadre di C spesso i giovani neanche sanno di avere una squadra di calcio che militi in questo campionato. Ragionammo come noi dovessimo adeguarci ai loro desiderata. Se vuoi incrociare i giovani devi andare sullo streaming, costruendo un approccio che sia la passione, un racconto e poi portarli al calcio. Per noi OTT è la Serie C».