Consiglio FIGC: Gravina vara la norma anti-Superlega

Dopo il terremoto della Superlega, è tempo per il calcio italiano di riflettere su come comportarsi. Come anticipato, il Consiglio Federale è stato chiamato nella giornata di oggi ad

Norma anti Superlega

Dopo il terremoto della Superlega, è tempo per il calcio italiano di riflettere su come comportarsi. Come anticipato, il Consiglio Federale è stato chiamato nella giornata di oggi ad esprimersi su eventuali misure per prevenire situazioni analoghe in futuro, ma anche per spingere i club italiani eventualmente ancora coinvolti a formalizzare l’uscita dal progetto.

Il presidente Gravina non ha usato mezzi giri di parole, ufficializzando la decisione di adottare una norma anti-Superlega: «Quanto alla norma anti-Superlega, chi ritiene di voler partecipare a una competizione non prevista e non autorizzata da FIGC, UEFA e FIFA, perderà l’affiliazione. Chi ha interpretato la Superlega come un atto di semplice debolezza da parte di alcune società che vivono difficoltà economiche, sbaglia».

Sui partecipanti, Gravina ha dichiarato che «al momento non abbiamo notizia di chi è rimasto e chi è uscito. Questa norma verrà inserita nelle licenze nazionali e poi sarà incardinata nel codice di giustizia sportiva. Se, entro la scadenza delle domande ai campionati nazionali, qualcuno aderisce ad altri campionati di natura privatistica, è fuori».

Il Consiglio ha quindi votato la norma proposta da Gravina, che recita: «Ai fini della iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC”. La partecipazione a campionati di natura privatistica “comporta la decadenza dell’affiliazione», prosegue il testo nella parte sanzionatoria. Il benestare della FIGC servirà anche per l’adesione a gare e tornei amichevoli.

Infine, il numero 1 della Federcalcio si è espresso anche sulla posizione dell’ad dell’Inter Giuseppe Marotta: «Marotta è consigliere federale e non ci sono presupposti per sfiducia, non è previsto nella norma. C’è un collegamento con la Lega che lo ha votato, non è stato menzionato oggi. Non possiamo pensare di fare una riforma da soli spettatori».