Diecimila operatori del settore raggiunti nel giro di poche ore, con la presentazione dell’indagine in streaming su tre canali. Oltre 200 commenti, testimonianze, storie, idee, arrivate nel corso della diretta. Da allenatori in ambito dilettantistico ma anche professionistico, da tutta Italia e qualcuno dall’estero. Una valanga di richieste per poter avere l’ebook gratuito, da parte non solo di allenatori, ma anche dirigenti, responsabili di settore giovanile, persino dalla Svizzera e dagli Stati Uniti.
Tutto questo e molto altro è “Sformati e Squattrinati: indagine choc sugli allenatori del calcio di base in Italia”, presentata lunedì sera su Facebook e Youtube. Da una idea di Alessandro Crisafulli, giornalista e dirigente sportivo, e Claudio Gori, fondatore di “Rete dei Mister”. Un’indagine impietosa, per certi versi, dello scenario, ma alla quale è allegato anche un vero e proprio “ideificio”, con 1376 proposte raccolte per migliorare il calcio giovanile italiano.
«Mi è stato detto da più parti, molto qualificate, che questo lavoro stava già facendo rumore, ancora prima di uscire. Forse significa che abbiamo colpito nel segno, centrato il punto. Magari smosso delle acque stagnanti. O delle coscienze, chissà. Non è un ebook contro nessuno, sia chiaro. Non vuole essere disfattista, complottista», ha spiegato Crisafulli.
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«È un lavoro che vuole essere costruttivo. Partendo dalla base. Dalle persone. Dai numeri, da una loro prima analisi. Partendo dalle idee, quelle dei 740 partecipanti da tutta Italia. Per costruire qualcosa di realmente propositivo, sostenibile, moderno, lungimirante. Senza interessi di bottega», ha aggiunto.
Sono 740 i “mister” che hanno aderito all’iniziativa. Suddivisa in tre ambiti: identikit, formazione rimborsi. La fascia d’età principale dei formatori è quella tra i 36 e i 50 anni, con il 46,7%. Le quote rosa sono ancora in nettissima minoranza, al 2,6%. Un mister su 4 ha la laurea.
Tema caldo quello delle qualifiche federali, sempre più obbligatorie per poter allenare: a fronte di un 41,2% che ne è fornito, esiste un 42,9% che “vorrei ma non riesco ad ottenerla”, che certifica un grande “bug” organizzativo nel sistema formativo italiano, al quale si sta cercando di porre riparo con i corsi online ma ancora in maniera molto disarticolata e insufficiente.
Il 48,4% degli allenatori vuole formarsi su tecniche e metodologie di allenamento, ma si fanno largo anche la comunicazione efficace (15,5%) e gli aspetti psicopedagogici (12,1%). Tra preparazione delle sedute, allenamenti, partite e riunioni organizzative, il 30,8% degli intervistati dedicano alla loro passione anche 15 ore o più alla settimana. Altro dato raccolto è l’utilizzo di software per la preparazione della seduta di allenamento: solo il 30% ne fa uso
Caldissima anche la questione rimborsi (e quindi tutele). Per ben il 26,2% – oltre uno su quattro – è puro volontariato a zero cent. Il 44% del campione ha risposto che percepisce una cifra mensile che va dai 100 ai 200 euro, quota che gli permette di rientrare nelle spese. Al 16.8% viene riconosciuto un importo da 250 a 350 euro. Il 4.1% incassa 400-500 euro al mese mentre l’8.9% oltre 500 euro.
Le “aspettative” di rimborso sono ben altre, invece: il 37% pensa che sarebbe adeguato ricevere 200-300 euro al mese, il 14.9% dai 350 ai 450 euro e il 13.7% da 500 a 700 euro. Un non trascurabile 12,5% pensa di meritare da 800 euro in su. Uno su quattro, come detto, non prende nemmeno le briciole, eppure quasi tre su quattro (il 72,6%) vorrebbe che questa fosse la sua professione principale.
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Sono ben 1376 le proposte arrivate per migliorare il calcio giovanile. Sono state catalogate e suddivise in 7 macroaree: Formazione; Professionalizzazione degli allenatori; Rapporto con il territorio; Riforme di campionati e regolamenti; Miglioramenti delle società; Strutture e fondi; Altro.
Al dibattito di lunedì sera hanno partecipato, oltre a Claudio Gori, Paolo Gatti, presidente di Aiac Milano (che ha patrocinato l’indagine), Daniele Tacchini, allenatore professionista ex Carpi e Lecco, e Gabriele Parolari, responsabile dell’Attività di Base del Renate. Il team di lavoro è completato da Simone Praticò, Francesco Collu, Andrea Licenziato, Niccolò Massacesi e Gabriel Macchiavello.