Niente nodi fiscali per la cessione di Eriksen già a gennaio per l’Inter. Nei giorni scorsi, dall’Inghilterra è rimbalzata la voce di uno stop alle ipotesi di cessione del trequartista danese a causa delle difficoltà relative al regime fiscale agevolato per i cosiddetti impatriati.
Dal 2020, infatti, i club italiani possono sfruttare una norma inserita nel DL Crescita, grazie alla quale i redditi prodotti dagli sportivi professionisti concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare.
Come previsto dal Decreto, inoltre, le condizioni da rispettare sono:
- l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;
- l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza;
- lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
In caso di decadenza di una di queste condizioni, interverrebbe l’Agenzia delle Entrate con la richiesta del rimborso dello sgravio di cui il contribuente ha beneficiato.
Come ha spiegato nei mesi scorsi l’Avvocato Pierfilippo Capello a Calcio e Finanza “per poter usufruire del beneficio bisogna restare sul territorio italiano come lavoratori per due annate fiscali. Quindi in caso di cessione all’estero sarebbe scattata la richiesta di pagamento delle somme risparmiate”.
“A chi viene chiesta questa integrazione: al datore di lavoro o al dipendente? Il primo paga come sostituto d’imposta, pertanto l’onere di pagare le tasse spetta al lavoratore. Entrambi, comunque, sono solidalmente responsabili. Solitamente in questi casi viene inserita una clausola che prevede la fattispecie in cui venga meno la ragione del beneficio fiscale goduto prevedendo, già in sede di stesura del contratto, chi dovrà farsi carico di questo eventuale onere”, conclude l’Avvocato Capello.
Perché, quindi, l’Inter non avrebbe problemi anche nel caso in cui cedesse Eriksen già a gennaio, dopo una sola stagione in Italia e quindi dovendo rimborsare la cifra relativa al regime fiscale agevolato? Perché nel bilancio al 30 giugno 2020 il club nerazzurro aveva previsto la possibilità, accantonando una cifra proprio per questo obiettivo.
Sotto la voce “Fondo per rischi e oneri”, infatti l’Inter ha accantonato 11 milioni di euro, che «si riferiscono principalmente alle ritenute IRPEF non versate in seguito all’applicazione del regime fiscale per i lavoratori cosiddetti “impatriati”», si legge nel bilancio. «La Società ha accantonato la minor IRPEF versata a fondo rischi non essendoci allo stato attuale elementi certi che i tesserati mantengano la residenza fiscale in Italia per i prossimi due anni».
In caso di cessione di Eriksen (o di qualsiasi altro giocatore che sta sfruttando il regime fiscale agevolato), l’Inter ha già accantonato la cifra necessaria per l’eventuale rimborso, con la possibilità quindi di superare la problematica fiscale, quantomeno dal punto di vista di conto economico (mentre rimane l’impatto a livello di liquidità).