Caso Suarez, indagati anche gli avvocati Turco e Chiappero

Non solo i vertici dell’Università per stranieri di Perugia e il dirigente della Juventus Fabio Paratici, ma anche gli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco dello studio Chiusano di Torino,…

Non solo i vertici dell’Università per stranieri di Perugia e il dirigente della Juventus Fabio Paratici, ma anche gli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco dello studio Chiusano di Torino, storico studio legato al club bianconero, sarebbero tra gli indagati per il caso dell’esame farsa di Luis Suarez. Lo riporta il Corriere della Sera.

I reati contestati sono «rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici». Secondo la ricostruzione del quotidiano, Paratici chiese aiuto alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli: la ministra, interrogata, ha ammesso di aver procurato al dirigente bianconero, suo amico d’infanzia, il contatto di Bruno Frattasi, capo di Gabinetto del ministero dell’Interno.

L’avvocato Chiappero avrebbe poi parlato con il viceprefetto Antonella Di Nacci. Chiappero e Paratici, secondo l’accusa, avrebbero così reso false dichiarazioni ai pm nel corso degli interrogatori, svolti rispettivamente a settembre e a novembre.

A Paratici e agli avvocati si aggiungono anche i vertici dell’Università per stranieri di Perugia. «In data odierna, su delega di questa Procura, militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente ricoperto dal Rettore prof.ssa Giuliana GREGO, dal Direttore Generale dott. Simone OLIVIERI, dalla prof.ssa Stefania SPINA e dal componente delia commissione “Celi Immigrati”, prof. Lorenzo ROCCA dell’Università per stranieri di Perugia, per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici», si legge nella nota della Procura.