Franchi ricorso Tar – La Fiorentina potrebbe dover attendere fino a 90 giorni per avere una risposta dal Ministero dei Beni Culturali, che si pronuncerà sulla richiesta del club toscano di un’interpretazione della legge stadi approvata a settembre: risposta che sarà da considerarsi atto formale, non mero carteggio.
Per questo – scrive Repubblica – quel che tutti si aspettano è che quell’atto, qualora faccia delle aperture rispetto alle idee di Commisso di demolire in buona parte l’impianto, venga impugnato di fronte al Tar dai contrari al rifacimento del Franchi.
Il comitato “Salviamo il Franchi” pare sia già pronto a valutare l’opzione e lo stesso potrebbe fare il Fai. A quel punto ci sarà da incrociare le dita: il tribunale amministrativo regionale potrebbe ritenere legittima o meno la posizione del Ministero, ma comunque passerebbero mesi prima di un verdetto.
Con la conseguenza che se, per ipotesi, la risposta del Ministero alla Fiorentina arrivasse in gennaio e immediatamente fosse impugnata, prima di altri 3 o 4 mesi la progettazione del nuovo Franchi – che dovrà basarsi sulla lettera dei Beni Culturali – non potrebbe partire.
La speranza è che in questo lungo periodo la proprietà viola confermi l’interesse di provarci. Il percorso, del resto, è obbligato. L’emendamento al Dl semplificazioni ha stabilito che le esigenze di sostenibilità economica e gestionale dell’impianto dovranno essere ritenute prevalenti rispetto a quelle della conservazione, ma con la necessità di preservare – anche con trasferimenti – gli elementi testimoniali dell’architettura di Nervi.
Da qui i dubbi della Fiorentina: il Ministero dirà cosa non può essere abbattuto e semmai con che prescrizioni, poi starà a Commisso decidere se il progetto che deriverebbe da quei paletti sarebbe per lui sostenibile o meno.
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Tuttavia, se l’atto del Ministero (anche nel caso in cui soddisfacesse Commisso) fosse impugnato al Tar, tutto tornerebbe in discussione. E la legge approvata a settembre potrebbe non essere sufficiente: i critici da mesi ne sostengono l’incostituzionalità e potrebbero porre la questione nel ricorso, spingendo il Tar ad interpellare pure la Corte Costituzionale per un pronunciamento che avrebbe tempi lunghi ed esito incerto.
La prima risposta da Roma potrebbe arrivare a gennaio. Il dossier è in mano a Federica Galloni, direttrice generale della direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero. Piacerà a Commisso quel che gli verrà detto? E dopo cosa accadrà? La strada del Franchi appare ancora piena di ostacoli.