«Quello sviluppato da BioNTech/Pfizer è il vaccino più promettente finora». Parole di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che – scrive il Corriere della Sera – ha così annunciato l’accordo con le due aziende, tedesca e americana.
Il vaccino che hanno messo a punto, secondo dati intermedi della fase 3, arriva al 90% di efficacia nell’uomo. Un passaggio fondamentale quello di Bruxelles, per non restare fuori dai giochi quando e se ci dovesse essere un’arma potente per fermare il Sars-CoV-2.
L’accordo si divide in due parti: la prima per la fornitura di 200 milioni di dosi, a cui potrà essere aggiunta un’opzione per altri 100 milioni di flaconi, assegnati con criteri da stabilire. La quota riservata all’ Italia, per ora relativa alla prima tranche, è il 13,51% del totale, ovvero 27 milioni di dosi.
«La ripartizione avviene sulla base della popolazione di ciascuno Stato membro rispetto al totale degli abitanti della Ue», precisa Bruxelles. Dopo il via libera del collegio dei commissari, i Governi hanno cinque giorni per presentare ulteriori richieste. In caso di astensioni, aumenteranno le dosi disponibili per gli altri Paesi.
«È il quarto contratto che firmiamo (dopo quelli con AstraZeneca, Sanofi-Gsk e Johnson & Johnson, ndr) e ne arriveranno altri, perché abbiamo bisogno di un ampio portafoglio di vaccini basati su diverse tecnologie. Questa può essere una strada per sconfiggere il coronavirus e tornare alla nostra vita normale. Nel frattempo, però, è importante essere prudenti», ha aggiunto von der Leyen.
In Italia, dal 4 novembre, è attivo un gruppo di 15 esperti e coordinato da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al ministero della Salute, per organizzare la logistica (trasporto e conservazione) per rifornire tutte le Regioni. Che non sarà banale, perché il vaccino di BioNTech/Pfizer va tenuto costantemente a 80 gradi sotto zero.
Inoltre, per essere protetti serviranno due dosi, a distanza di alcune settimane. Quindi, almeno inizialmente, solo 13,5 milioni di italiani andrebbero a beneficiare dell’accordo firmato, conclude il Corriere della Sera.