Continua a tenere banco il caso legato ai test anti-Covid dei calciatori della Lazio, eseguiti nel centro “Futura Diagnostica” di Avellino. Il club biancoleste – scrive Eurosport –, tramite l’avvocato Gian Michele Gentile, ha subito preso le distanze da un possibile coinvolgimento nell’inchiesta.
«La Lazio col processo penale e con ciò che accade ad Avellino non c’entra nulla e semmai sarà parte offesa. Il processo, se mai ci sarà, riguarda un imprenditore di Avellino ed eventuali problemi che potrà avere con la Procura di Avellino», ha raccontato.
«Se per caso dovesse venire fuori qualche tampone refertato in modo sbagliato, la Lazio e i suoi giocatori sarebbero parte lesa. Come si fa a pensare che volutamente si manda in campo un giocatore positivo? Mi infetta tutta la squadra? Così la domenica dopo avrò 11 giocatori che non possono giocare? Il sospetto fa parte del pm», si chiede Gentile.
In aggiunta, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, il legale dei biancocelesti ha fatto il punto anche sulla situazione legata al dottor Pulcini. «Ci tengo a precisare che il colloquio tra la Procura e il dottor Pulcini non c’è stato per una mia richiesta».
«Ieri avevo degli impegni che non mi hanno consentito di essere presente e ho chiesto e ottenuto il rinvio. L’incontro ci sarà nei prossimi giorni. È bene specificare che Pulcini non è indagato. Risponderà a tutte le domande che la procura ci farà», ha concluso il legale.