“Superlega? Io sono fortemente contrario perché penso che sarebbe uno dei più noiosi progetti del mondo”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin, durante un’intervista a SportLab, l’evento digitale dedicato al futuro dell’industria dello sport per i 75 anni di Tuttosport e Corriere dello Sport-Stadio.
“Se ne parla solo tra uno o due club, forse tre, società che pensano di meritare più delle altre ma vincono poco e credono di poter vincere magari con un nuova format. Non è una discussione seria ed è un bene perché queste idee distruggono il calcio. Sono fortemente contrario alla Superlega”.
“Playoff in Serie A? Decisione spetta a leghe nazionali. Il sistema usato nelle coppe è stato attraente, un modo interessante di giocare ma dubito le leghe nazionali possano giocare con quel format nel futuro. È difficile giocare tutta la stagione lottando per una posizione e poi essere fuori perdendo una sola partita. Credo che il sistema con le final eight possa essere attraente per le coppe europee.
“La Nations League è una grande competizione, è cominciata e sono sicuro si concluiderà. Siamo ottimisti, porteremo a conclusione tutti i tornei, a partire da Champions ed Europa League. Sono competizioni molto importanti e non ho dubbi che le concluderemo.
“La decisione di spostare gli Europei di un anno, presa a marzo, è stata la migliore possibile. Non si trattava solo di Champions ed Europa League, ma anche dei campionati nazionali. Tutte le federazioni hanno dimostrato unità. Per me è stata assolutamente la decisione giusta”.
“Ora dobbiamo pensare positivo e non immaginare gli scenari peggiori. Sono sicuro che i campionati nazionali si concluderanno e poi potremo disputare gli Europei. Oggi l’unico interrogativo è sugli spettatori: dobbiamo capire se potremo avere stadi pieni, con una percentuale di pubblico oppure senza i tifosi. Ma ancora una volto sono ottimista”.
“Tredici giocatori non sono abbastanza per giocare, ma anche la situazione creata dal virus è molto complicata. Noi speriamo che duri ancora pochi mesi e poi finisca: dobbiamo adattarci anche se è un problema avere solo 13 giocatori, come è un problema avere stadi vuoti, la quarantena, i test ogni giorno. Dobbiamo adattarci a questa situazione critica: non possiamo fermarci e non ci fermeremo, perché il mondo non si può fermare di fronte a questo virus”.