Quanto vale vincere la Champions League? I dati di KPMG

Quanto vale vincere Champions League – 29 maggio allo stadio Atatürk di Istanbul, è l’appuntamento cerchiato in rosso sul calendario di molte squadre europee. Più che un appuntamento è in…

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Quanto vale vincere Champions League – 29 maggio allo stadio Atatürk di Istanbul, è l’appuntamento cerchiato in rosso sul calendario di molte squadre europee. Più che un appuntamento è in realtà un obiettivo: la finale della Champions League 2020/21.

Vincere la Champions League porta al club che solleva la Coppa oltre a fama e gloria anche importanti ricavi. Come riporta il Football Benchmark di KPMG, i semifinalisti dell’edizione 2018-19 hanno raccolto somme sbalorditive per le loro prestazioni: il Liverpool vincitore in quell’edizione ha ricavato complessivamente 111 milioni di euro tramite il torneo, pari al 18% dei ricavi operativi totali dei Reds per quella stagione. L’altra finalista, il Tottenham, ha incassato 102 milioni di euro (19%). Le due semifinaliste, Barcellona e Ajax hanno ricavato rispettivamente dal loro percorso in Champions 118 milioni di euro (14%) e 79 milioni di euro (39%).

Questi ricavi provengono dal sistema di premi in denaro dell’UCL, che include pagamenti fissi basati sulla partecipazione e sulle prestazioni, e anche importi variabili a seconda del valore dei rispettivi mercati televisivi dei club e della loro classifica per coefficienti UEFA basata sui loro risultati storici.

Gli importi fissi previsti ad oggi, vanno dagli 82,45 milioni di euro garantiti alla vincitrice del torneo, che dovesse vincere tutte le partite, all’importo guadagnato dalle squadre eliminate nella fase a gironi perdendo tutte le partite, pari a 15,25 milioni di euro. Un importo che per i club più piccoli rappresenta un enorme guadagno: ad esempio, tale somma sarebbe più della metà del reddito annuale totale dei campioni ungheresi del Ferencváros.

Il reddito attraverso la partecipazione all’UCL è stato finora prevedibile, ma non può essere certo in questa stagione a causa dell’incertezza generale causata dalla pandemia Covid-19.

Per esempio i ricavi generati dalla vendita dei biglietti, dipendono ovviamente dalla possibilità di accogliere i tifosi e in che misura. La UEFA ha consentito di far entrare il 30% di spettatori ma l’ultima parola spetta alle autorità locali. Secondo le attuali normative, i tifosi sono banditi dagli stadi in sei dei 15 paesi rappresentati nella fase a gironi, alcuni paesi consentono l’ingresso solo al 10-20% di capacità, altri consentono a un numero fisso di fan di partecipare.

La Juventus, dato che ai club ora è consentito ad un massimo di 1000 tifosi di assistere ai match, potrebbe ricavare solo 70.000 euro per ogni partita casalinga, pari al 2,4% della media di 2,89 milioni di euro incassati nelle gare casalinghe del 2018-19. Il Barcellona ha incassato in media 2,96 milioni di euro nelle partite casalinghe dell’UCL durante la stessa stagione, mentre non guadagnerebbero nulla in questa stagione, poiché i fan sono attualmente banditi dagli stadi in Spagna.

Inoltre, sebbene per questa stagione dell’UCL siano stati stipulati accordi commerciali e di trasmissione, qualsiasi grave interruzione nel programma del torneo potrebbe influire anche su tali entrate.

“Molte squadre di calcio sono attualmente in gravi difficoltà, in mezzo al declino e all’incertezza di tutti i flussi di entrate causati dalla pandemia Covid-19. I loro guadagni giornalieri stanno crollando a causa dell’assenza o della limitazione delle presenze allo stadio. Anche la certezza sui futuri ricavi commerciali e radiotelevisivi è suscettibile alla pandemia. Di conseguenza, sarebbe fondamentale per i club partecipanti essere in grado di completare l’attuale stagione UCL idealmente secondo il programma e garantire i ricavi offerti, anche se con un pubblico limitato consentito negli stadi” , ha commentato Andrea Sartori, Global Head of Sports di KPMG.