La Serie A perde un milione di euro al giorno

La Serie A è un’azienda che brucia un milione al giorno. Lo scrive Marco Bellinazzo su Il Sole 24 Ore, parlando della tendenza ad accumulare perdite e debiti – insostenibile…

Serie A private equity

La Serie A è un’azienda che brucia un milione al giorno. Lo scrive Marco Bellinazzo su Il Sole 24 Ore, parlando della tendenza ad accumulare perdite e debiti – insostenibile già prima dell’emergenza Coronavirus –, che ovviamente è stata acuita dalla crisi.

Il deficit di 275 milioni dei 20 club fatto registrare a giugno 2019 si aggraverà ulteriormente a causa dei mancati introiti provocati dall’emergenza sanitaria (mancati ricavi da biglietteria, riduzione delle entrate commerciali e battaglie legate al versamento delle rate dei diritti televisivi).

Il deficit strutturale della Serie A tra ricavi e costi corre verso i 350 milioni e si regge sulle plusvalenze, che negli ultimi tre anni hanno generato 2,1 miliardi. Il solo costo della rosa, vale a dire gli ingaggi lordi dei tesserati (1,6 miliardi) più gli ammortamenti (650 milioni) assorbe l’85% dei proventi ordinari dei club (diritti tv, stadi e sponsor) che quindi devono ricorrere alle entrate del calciomercato o indebitarsi per far fronte agli altri costi operativi (1,3 miliardi).

Se tra il 2014 e il 2019 i ricavi commerciali sono cresciuti (da 361 a 636 milioni), lo stesso trend positivo non si registra per gli stadi. La Serie A incassa dal botteghino solo 300 milioni a stagione. Il Real Madrid da solo ne incamera oltre 100. Procedure per ristrutturare o rinnovare gli stadi sono state attivate, e con il Decreto semplificazioni cade l’alibi delle Soprintendenze.

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Servirebbe ora un’intesa tra enti locali e club per accelerare le opere di costruzione e riqualificazione. Basterebbe d’altronde alzare la percentuale di riempimento medio degli impianti dal 60 all’80% per ottenere 80 milioni in più.

Infine, il tema dei diritti Tv, con la Lega Serie A impegnata a valutare le offerte delle due cordate interessate al 10% della futura media company: CVC, Advent e il gruppo italiano Fsi da una parte e Bain Capital e Nb Renaissance dall’altra. Una rivoluzione che punta a fare incassare ai club più degli attuali 1,4 miliardi attuali, ma che richiederà applicazione e il superamento di diversi ostacoli.