La nuova Roma di Friedkin ha il primo problema da risolvere, quello legato al nuovo direttore sportivo. Dopo il licenziamento di Petrachi del mese scorso, la dirigenza giallorossa sta lavorando a due opzioni: puntare tutto su un nome nuovo, che non abbia legami con l’ambiente; oppure, viceversa, scegliere una persona che conosca perfettamente la piazza. Resta poi la terza possibilità: prendere tempo e affidare tutto ancora un po’ a Franco Baldini (fuori dal nuovo progetto) e ai procuratori, con la supervisione del Ceo Guido Fienga.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, l’unica certezza è che, con il nuovo presidente Dan Friedkin, il d.s. sarà davvero un d.s. e non una sorta di presidente in pectore o di direttore generale. Sceglierà i giocatori, lavorerà con allenatore e squadra, ma non passeranno da lui tutte le scelte come in passato.
Nei giorni scorsi aveva preso forza il nome di Walter Sabatini, il quale nella giornata di ieri si è escluso dalla corsa dichiarando: «Amo ancora la piazza, ma resto al Bologna». Un altro che ama e conosce benissimo la piazza è Daniele Pradè, attuale direttore sportivo della Fiorentina che tornerebbe volentieri a Roma e lo ha fatto sapere, ma il suo nome non viene preso in considerazione. C’è poi Nicolas Burdisso, un altro che lavorerebbe subito a Trigoria, ma la pista non è più calda come nei giorni scorsi.
Tra le novità, coloro che non hanno avuto nulla a che fare con la Roma, ci sono i nomi di Berta, d.s. dell’Atletico Madrid, e di Orta, attuale manager del Leeds, fresco di promozione in Premier. Il nome preferito di Fienga era e resta Fabio Paratici, che però al momento è blindato dalla Juventus.