Javier Tebas torna a parlare di regime fiscale per i calciatori in Spagna, insistendo sulla volontà di ridurre la tassazione per i giocatori. Il presidente della Liga ha parlato alle aziende spagnole in un incontro online organizzato dalla Confederazione Spagnola delle Organizzazioni Impresariali (Ceoe).
Per Tebas, «paesi come la Francia, l’Inghilterra e l’Italia sono più attraenti e ciò porta alla perdita di talenti. Se perdiamo i migliori, il valore audiovisivo del prodotto diminuirà e genereremo meno ricchezza per il paese», ha spiegato.
«Non possiamo spiegare ogni volta che in Spagna non esiste una tassa unica per i giocatori di calcio, ma che in base a dove giocano pagheranno più o meno tasse, una cosa che genera falsa competitività tra i club», aggiunge il presidente della Liga.
La Liga attualmente contribuisce all’1,4% circa del PIL della Spagna e crea 180.000 posti di lavoro direttamente e indirettamente, generando 1.400 milioni di euro all’anno. «Esportiamo un prodotto in formato audiovisivo che ci costa 40 milioni all’anno solo in logistica, ma se non abbiamo i migliori calciatori e il valore dell’audiovisivo diminuisce, perderemo la forza lavoro», prosegue Tebas.
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Il presidente della Liga afferma inoltre che «i club sono molto colpiti in liquidità» e che le garanzie dell’ICO non saranno sufficienti «se non ci sarà un’altra serie di misure fiscali per garantire che i prestiti possano essere rimborsati».