Juve, i 10 anni di Agnelli e il peso delle plusvalenze

Il 19 maggio 2010 il Consiglio di Amministrazione, a seguito delle dimissioni di un amministratore, ha cooptato Andrea Agnelli come amministratore sino alla prossima Assemblea degli azionisti, nominandolo Presidente e…

Plusvalenze Juventus - Ascesa e declino della Juventus di Andrea Agnelli

Il 19 maggio 2010 il Consiglio di Amministrazione, a seguito delle dimissioni di un amministratore, ha cooptato Andrea Agnelli come amministratore sino alla prossima Assemblea degli azionisti, nominandolo Presidente e attribuendogli deleghe operative.

Con questa nota informativa, contenuta nella relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2010, veniva riportata la notizia annunciata nel mese di maggio 2010 relativa alla nomina di Andrea Agnelli come nuovo Presidente della Juventus. L’ultimo Agnelli presidente fu il padre Umberto, che mantenne la carica dal 1955 al 1962. Dopo quasi 50 anni, quindi, venne annunciato il ritorno di un Agnelli sulla poltrona più alta.

La nomina dell’attuale presidente dei bianconeri coincise con un altro evento significativo, destinato a segnare sotto il punto di vista manageriale il decennio di successi che oggi ci troviamo a raccontare.

Nella stessa data è stato sottoscritto il contratto con Giuseppe Marotta che ha assunto la carica di Direttore Generale Area Sport a partire dal 1° giugno 2010 riportando all’Amministratore Delegato Jean-Cluade Blanc”.

La nomina dell’ex Sampdoria fu determinante per la costruzione di una Juventus che, nei dieci anni dopo, è riuscita a dominare la scena del calcio italiano grazie ad una gestione aziendale di altissimo livello che l’ha portata ad affermarsi anche in campo europeo.

È evidente come il percorso sul campo sia stato accompagnato e indirizzato da un miglioramento della struttura organizzativa nei ruoli decisionali oltre ad investimenti oculati. Il bilancio 2009/2010 dei bianconeri presentava un fatturato di circa 220 milioni di euro, mentre al 30 giugno 2019 la stessa voce riporta l’importo di 621 milioni, con una crescita pari al 183% in dieci anni e un CAGR (Compound Annual Growth Rate) del 10,96%.

Una voce fondamentale del bilancio della Juventus è rappresentata dalle plusvalenze generate dalla gestione del player trading. Negli ultimi 10 anni, sotto la gestione Agnelli, il peso % delle plusvalenze sul fatturato è cresciuto di stagione in stagione.

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Il peso medio delle plusvalenze nel decennio, in rapporto al fatturato, è pari a 11,65% e questo dato evidenzia l’importanza strategica dei guadagni derivanti da player trading per la composizione dei ricavi operativi. Nell’ultimo triennio, inoltre, il peso medio delle plusvalenze sul fatturato si è assestato sul 20% e pertanto è lecito considerare quella del player trading come una fonte di ricavo fondamentale per la composizione dei ricavi del club bianconero.

Non solo giocatori utilizzati in prima squadra ma anche giovani su cui investire e da piazzare successivamente sul mercato. Una strategia che ha portato all’acquisto dei vari Mandragora, Orsolini, Berardi, Cerri e altri giocatori capaci di generare dopo importanti guadagni. Una capacità di scandagliare il mercato, investire sui giovani e generare profitti dai trasferimenti.

Oltre questo, un fattore chiave di successo, risiede nel sacrificare asset tecnicamente strategici per investire la liquidità prodotta al fine di aumentare il livello qualitativo della squadra nel medio-lungo periodo. Di seguito abbiamo elaborato una Top20 dei giocatori da cui la Juventus ha generato il maggiore plusvalore nel corso di questo decennio.

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L’affare Pogba comanda questa speciale classifica. La plusvalenza netta realizzata, però, non tiene conto della commissione pari 26 milioni corrisposta all’intermediario Mino Raiola per concludere il trasferimento al Manchester United. Una cessione che, al netto del corrispettivo erogato all’agente del francesce, ha portato i bianconeri a realizzare un profitto di circa 70 milioni di euro per un giocatore che ha pesato sui bilanci della Juventus per circa 11 milioni in 4 anni (8 milioni capitalizzati e 3 milioni di oneri accessori non capitalizzati).

In altre situazioni, invece, oltre a considerare il guadagno derivante da una cessione maggiore rispetto al valore netto contabile dell’asset, si deve tenere conto di ricavi ottenuti da cessioni in prestito temporaneo, come nel caso di Coman e Zaza. Il francesce, infatti, è stato ceduto in prestito per due anni per una cifra di 7 milioni di euro, che risultano a bilancio come “ricavi da cessione temporanea” ma aumentano il valore positivo generato dalla sua cessione. Stessa situazione di Zaza, che al netto del plusvalore generato dalle cessioni a Sassuolo e Valencia, ha prodotto ricavi da cessione temporanea per 7 milioni (5 milioni dal West Ham e 2 milioni dal Valencia stesso).

Al termine di questa analisi risulta come il decennio della Juventus sotto la gestione di Andrea Agnelli sia stato caratterizzato, oltre tutto il resto, da una strategia di mercato che ha prodotto notevoli risultati sotto il punto di vista economico grazie ad oculatezza e lungimiranza in sede di calciomercato. L’acquisto di giocatori in grado di generare plusvalore in sede di cessione offre la possibilità di reinvestire su ulteriori asset e ricominciare il circolo virtuoso. Lo step successivo sarà trovare un compromesso affinchè il peso dei ricavi da player trading mantenga un livello elevato in valore assoluto senza pesare eccessivamente sulla crescita del fatturato in termini percentuali.