Bonus autonomi non INPS – I lavoratori autonomi iscritti alle casse di previdenza diverse dell’INPS potranno beneficiare anche per i mesi di aprile e maggio del bonus da 600 euro introdotto come misura di sostegno del reddito per la crisi economica legata all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Lo ha previsto il Decreto Rilancio, approvato nella serata di mercoledì 13 maggio dal Consiglio dei ministri, che ha rifinanziato con 650 milioni di euro il Fondo per il reddito di ultima istanza.
Tale importo dovrebbe consentire di coprire tutte le richieste del bonus autonomi non INPS, anche a fronte di un ampliamento della platea dei beneficiari di marzo.
Bonus autonomi non INPS – Chi ha beneficiato degli aiuti a marzo
In base ai dati elaborati dall’Adepp (l’associazione che riunisce gli enti previdenziali privati) il bonus da 600 euro relativo al mese di marzo è stato erogato a 471.932 professionisti, mentre circa 1.000 richieste sono ancora in lavorazione.
Il controvalore supera di poco i 283 milioni di euro, di cui 280 già finanziati anche per effetto del decreto interministeriale 10 del 4 maggio con cui sono stati aggiunti 80 milioni ai 200 previsti inizialmente.
Bonus autonomi non INPS – Le novità introdotte dal Decreto Rilancio
Il Decreto Rilancio ha abrogato l’articolo 34 del Decreto Liquidità (Dl 23/2020) in base al quale l’indennità poteva essere corrisposta solo ai non pensionati e agli iscritti in via esclusiva a una Cassa.
Contestualmente, però, è stata mantenuta l’incompatibilità con la pensione (eccetto i trattamenti di invalidità) ed è stata introdotta quella relativa ai contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Di conseguenza dovrebbero avere via libera ad esempio i professionisti che svolgono attività di insegnamento saltuaria, mentre restano esclusi i percettori di una pensione di reversibilità di vecchiaia o anzianità.
Bonus autonomi non INPS – Si attende il decreto interministeriale
Prima di poter richiedere il bonus autonomi non INPS sarà comunque necessario un nuovo decreto interministeriale per l’attuazione dell’aiuto, provvedimento che in base al Decreto Rilancio dovrebbe essere adottato entro il 16 maggio.
Con il decreto interministeriale precedente, datato 28 marzo, erano stati definiti i requisiti economici di accesso all’indennità di marzo, destinata ai professionisti con reddito complessivo nel 2018 non superiore a 35mila euro la cui attività fosse stata limitata in conseguenza del coronavirus e quelli con reddito tra 35mila e 50mila euro che hanno cessato l’attività tra il 23 febbraio e il 31 marzo o l’hanno ridotta o sospesa con conseguente calo di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020 rispetto a quello del 2019.
Bonus autonomi non INPS – L’alternativa sono i contributi a fondo perduto
I professionisti che non rientreranno nei parametri che saranno indicati nel decreto interministeriale possono verificare il diritto a ricevere i contributi a fondo perduto introdotti dal Decreto Rilancio per i soggetti esercenti attività d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario titolari di partita Iva se l’attività non è cessata al 31 marzo e se il fatturato e i corrispettivi di aprile 2020 sono inferiori ai due terzi di quelli di aprile 2019.