Tamponi e positività: i dubbi del Cts sul protocollo

Non saranno sufficienti i 20 membri del Comitato tecnico-scientifico a dichiarare “promosso” o “bocciato” il calcio. L’ultima parola spetterà al Governo, ma nel frattempo l’incontro con la FIGC c’è stato…

FIGC dubbi protocollo

Non saranno sufficienti i 20 membri del Comitato tecnico-scientifico a dichiarare “promosso” o “bocciato” il calcio. L’ultima parola spetterà al Governo, ma nel frattempo l’incontro con la FIGC c’è stato e gli scienziati hanno annunciato di voler scrivere una loro valutazione.

Il documento sarà poi girato al ministero dello Sport, che dovrà scrivere il protocollo degli allenamenti di squadra. Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport, la riunione non ha portato a una vera esposizione in un senso – allenamenti collettivi – o nell’altro (proseguire con il lavoro individuale).

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Molto dipenderà dalla possibilità di risolvere quelli che sono stati individuati come i problemi più spinosi. Innanzitutto, cosa fare in caso di positività: gli scienziati non sono stati convinti dall’esempio tedesco, dove non c’è l’automatismo di mettere tutta la squadra in quarantena.

Automatismo che, stando a Gravina, la Federcalcio accetterebbe. L’altra questione più dibattuta è stata quello della disponibilità di tamponi e test sierologici in Lombardia, che ha quattro squadre in serie A. Un problema che però si spera sia superabile nel giro di pochi giorni.

Si è parlato anche di come proteggere altri dipendenti dei club, dai magazzinieri ai camerieri. Saranno considerati tutti alla stregua di calciatori e tecnici. La chiusura, però, durerà un tempo limitato, due settimane. Poi, nell’eventuale fase delle partite niente più ritiro permanente, bisognerebbe però a quel punto moltiplicare i test.