L'impatto economico del Coronavirus sul mondo del calcio

L’Italia è sicuramente oggi fra i Paesi più colpiti dal Coronavirus. Le misure del Governo per rispondere ai contagi sono state drastiche, ma necessarie. Dopo settimane di stop piano piano…

pallone Serie A

L’Italia è sicuramente oggi fra i Paesi più colpiti dal Coronavirus. Le misure del Governo per rispondere ai contagi sono state drastiche, ma necessarie. Dopo settimane di stop piano piano i contagi sono diminuiti e oggi è possibile intravedere quantomeno in lontananza lo spiraglio di una riapertura. Come e quando questa vi sarà ovviamente è ancora da definire poiché vige ancora l’incertezza su come andranno le cose nei prossimi dieci giorni.

Quello che è certo che a livello economico questo congelamento di ogni attività ha sicuramente fatto un grosso danno. Questo in tutti i settori: in alcuni più in alcuni meno. Il più penalizzato è stato certamente il settore turistico, con il traffico aereo. I voli infatti sono stati annullati, le strutture turistiche anche e non si sa quando la gente, anche volontariamente, deciderà di muoversi.

Ad essere penalizzato è stato anche il mondo del calcio. Le prime a fermarsi erano state le categorie minori e poi alla fine ha dovuto darsi uno stop anche la Serie A. Il campionato è stato sospeso ed essendo il giro d’affari a questo livello molto elevato, sono stati altrettanto elevati i danni. Inizialmente si sono cercate soluzioni alternative come le partite senza pubblico ma di fatto alla fine, anche fra le polemiche, si è dovuto interrompere anche perché il decreto presidenziale di Conte è stato nazionale e senza esclusioni.

I danni economici per la Serie A

Per il mondo del calcio, oltre al problema da affrontare della riprogrammazione dei campionati e del fatto, per esempio, che il 30 giugno scadranno molti contratti quando invece il campionato ancora non è terminato, il grosso problema è rappresentato dalle perdite economiche. Queste sono state ingenti, come detto, perché in Italia il calcio è un business milionario che va dalle partite, agli sponsor, alla trasmissione delle partite, alle scommesse, ai prodotti brandizzati dai club, ai club (che dopotutto sono aziende) etc.

La speranza è che si possano riprendere gli allenamenti a maggio per poter ripartire con il campionato verso metà giugno. In ogni caso sino a quel momento si stima che la perdita è di circa 430 milioni solo per i diritti televisivi, di 28 milioni per il mancato incasso dei biglietti allo stadio, di milioni di euro per ogni singolo club.

Come si riparte?

Una speranza per rientrare degli introiti il mondo del calcio la mette di certo negli sponsor. Proprio per questo motivo si spera venga rivista da parte del Governo la proibizione di sponsorizzazione per esempio del settore scommesse. Dopotutto se tutto avviene legalmente non ci sarebbe motivo di tali divieti. Ecco perché, per esempio, si potrebbero favorire bookmaker ADM e AAMS, come quelli recensiti da scommetteronline.info.

Un’altra fonte d’ingresso d’introiti consistenti è quella che proviene dalle reti televisive, per esempio da Sky. Purtroppo (per la Serie A) però Sky, alla luce delle partite che non si sono giocate, ha già avanzato una richiesta di sconto per la prossima stagione. Di fatto pare che però vi sia un contratto blindato che vincola l’emittente per questo e per il prossimo anno. Altre emittenti, come Dazn e Img, per ora hanno solo richiesto una dilazione di pagamento. Vedremo come finirà.