Il calcio spagnolo studia le possibilità per la ripresa, in seguito al segreto incontro di sabato tra il presidente della Federcalcio, Luis Rubiales, e il numero uno della Liga, Javier Tebas.
La Gazzetta dello Sport sottolinea che l’incontro è stato voluto e organizzato da Irene Lozano, 49 anni, giornalista, scrittrice, politica e da gennaio alla guida del Consejo Superior de Deportes, il braccio sportivo del governo, per placare le schermaglie e giungere ad una tregua tra i due principali rappresentanti delle organizzazioni calcistiche spagnole.
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Una missione diplomatica, quella di Lozano, che aveva come obbiettivo quello di salvare il calcio e far ripartire un’industria che garantisce l’1.37 del Pil nazionale e centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Tra le tre parti si è raggiunto un accordo: la federazione si è impegnata a non mettere i bastoni tra le ruote alla Liga, da sempre interessata alla ripresa; la Liga si è impegnata a raddoppiare la percentuale di quanto incassa per i diritti tv destinata alla Rfef e al Csd. Al momento dei circa 1700 milioni che riceve dalle tv di tutto il mondo la Liga passa ad ognuna delle due istituzioni l’1%. Tebas ha accordato il raddoppio, che servirà per sostenere economicamente da una parte il calcio minore, tutelato dalla federazione, e dall’altra lo sport spagnolo, coperto dal Csd.
Per quanto riguarda la ripresa, Tebas vorrebbe che la prossima settimana tutte le squadre di Liga e di Segunda si sottomettessero ai tamponi. In modo che dalla settimana successiva, dal 4 maggio, si possano riprendere le sedute di allenamento inizialmente in forma individuale o a gruppi ristretti. Una possibile data per la ripresa del campionato è il 6 giugno.
Progetto ambizioso, ma a dettare i tempi e modi del ritorno in campo della Spagna saranno i responsabili della Sanità, in funzione dell’andamento del virus. Nel frattempo in Spagna, il governo si appresta ad allungare lo stato d’emergenza al 9 maggio, ma anche ad allentare le misure di isolamento.