Standard and Poor’s rivede al ribasso il rating del bond dell’Inter da 300 milioni di euro, inserendo inoltre il rating in CreditWatch negativo (cioè potrebbe essere ulteriormente rivisto al ribasso nel caso in cui la pandemia possa causare danni operativi e finanziari permanenti al calcio italiano), per gli effetti della pandemia del Coronavirus. Lo ha annunciato la stessa Standard and Poor’s, con un comunicato.
“La pandemia COVID-19 rappresenta una minaccia per gli eventi sportivi e i loro attori principali. La Serie A, simile ad altri campionati europei nazionali e internazionali, sta affrontando una delle sfide più critiche della sua storia moderna. Nell’ambito delle misure adottate dal governo italiano per limitare la diffusione di COVID-19, le squadre non hanno disputato partite da più di un mese e al momento è vietato allenarsi. La sospensione di tutte le competizioni mette sotto pressione finanziaria i bilanci delle squadre di calcio. A sua volta, l’assenza di sport dal vivo espone le emittenti che fanno affidamento su tali eventi a interruzioni sostanziali e comporta il rischio di frustrare inserzionisti e clienti a causa della mancanza di contenuti”, si legge.
“Il danno finanziario all’attività della TeamCo (ovverosia della controllante Fc Internazionale, in cui rientrano i ricavi strettamente legati all’attività della squadra, ndr) a breve termine dipende in parte da quando e se la stagione 2019/2020 Serie A ricomincerà e da quale forma. Questo, a sua volta, dipende in gran parte dalla durata della pandemia e dalla gravità delle contromisure. Ad ogni modo, riteniamo improbabile che le autorità consentano grandi raduni negli stadi durante la stagione in corso. Pertanto, prevediamo che la TeamCo perderà le entrate da matchday, inclusi biglietti e hospitality. Inoltre, se le partite casalinghe rimanenti non saranno aperte al pubblico, i possessori di abbonamenti potrebbero richiedere un risarcimento per le gare perse”.
“La riduzione o la sospensione permanente della stagione 2019/2020 potrebbe avere un effetto diretto sulla MediaCo (cioè Inter Media and Communication, la società controllata da Fc Internazionale Milano in cui confluiscono i ricavi commerciali e da diritti tv legati alla società nerazzurra, ndr) e sulla TeamCo nell’esercizio finanziario che si chiude il 30 giugno 2020. Comprendiamo che tutti i pagamenti dovuti alla data sui contratti di trasmissione per la stagione 2019/2020 sono stati ricevuti. L’ultimo pagamento era dovuto e pagato a marzo, il prossimo è contrattualmente previsto a maggio, sebbene nessuna partita ufficiale sia stata trasmessa dall’8 marzo. La MediaCo potrebbe essere esposta a perdite di entrate commerciali in relazione a eventuali diritti di sponsorizzazione non completamente sfruttati, e se i partner dovessero invocare clausole legali e contrattuali finora non testate”.
“Dal momento che la TeamCo ha giocato 25 partite su 38 di Serie A, non ci aspettiamo che una potenziale perdita di entrate per la trasmissione e la sponsorizzazione costituisca una minaccia per la capacità della MediaCo di onorare i suoi interessi e pagamenti principali. Tuttavia, una riduzione delle entrate della MediaCo comporterà una riduzione della liquidità per la TeamCo. Quest’ultima fa affidamento sul denaro distribuito dalla MediaCo per coprire i costi operativi in gran parte fissi, rappresentati principalmente dagli stipendi dei giocatori e dei dirigenti. Le distribuzioni più basse ricevute dalla MediaCo si aggiungerebbero quindi a entrate dal matchday già inferiori, collocando la TeamCo in una posizione finanziaria più debole in assenza di misure di risparmio sui costi, come la negoziazione ampiamente riportata, ma non ancora concordata in merito ai salari dei giocatori”.
“L’attuale contratto di trasmissione della Serie A scadrà alla fine della stagione 2020/2021 e il rischio di rinegoziazione è ora superiore al pre-COVID-19. A nostro avviso, COVID-19 potrebbe influire sulle dinamiche del mercato del calcio oltre la stagione 2019/2020. Riteniamo che le misure adottate per contenere la pandemia abbiano spinto l’economia globale in recessione, con l’Italia che dovrebbe registrare un calo del PIL del 9,9% nel 2020. Un aumento della disoccupazione, associato a un reddito disponibile più basso e a budget depressivi per il marketing aziendale, potrebbe intaccare la redditività di contratti televisivi. In combinazione con gli effetti diretti subiti durante il blocco, ciò può indurre le emittenti a rivalutare i futuri contratti sui diritti audiovisivi e le loro condizioni. Inoltre, in una recessione globale vediamo un rischio maggiore che gli sponsor effettivi o potenziali possano ridurre la spesa. Sebbene i contratti con numerosi partner premium e ufficiali maturino a giugno 2020, i principali contratti commerciali e della MediaCo non scadono fino al 2021. Ora siamo meno sicuri che i futuri rinnovi dei contratti avverranno a condizioni simili”, conclude Standard and Poor’s.