Dovrebbe passare per uno rinvio dei versamenti di natura fiscale e contributiva il primo aiuto che il governo dovrebbe concedere al mondo dello sport professionistico e dilettantistico, colpito dalla sospensione di tutte le attività per contenere la diffusione del coronavirus Covid-19.
E’ quanto ha affermato dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
«Stiamo scrivendo le norme che saranno approvate nel consiglio dei ministri di domani. Sospensione di ritenute, contributi fiscali, premi. Che naturalmente aiuteranno anche il mondo del calcio», ha affermato il ministro.
Dalle parole di Spadafora alla Gazzetta non è tuttavia ancora chiaro se il mancato gettito per lo Stato legato alla sospensione dei versamenti potrà essere recuperato quando la situazione si sarà normalizzata o se il rinvio delle scadenze possa portare ad una sorta di sconto fiscale che vada a coprire il periodo dell’emergenza coronavirus.
«Per ora si procede al rinvio (delle scadenze fiscali, ndr)», ha spiegato il ministro alla Gazzetta, «Poi avremo modo di verificare tutte le situazioni per aiutare questo mondo a ripartire».
La contribuzione fiscale e previdenziale del calcio professionistico
Se, come riferito da Spadafora, gli aiuti allo studio del governo per il settore sportivo saranno principalmente di natura fiscale, è interessante vedere a quanto ammonta la contribuzione del calcio professionistico all’Erario e alle casse previdenziali (Inps in testa).
Guardando agli ultimi dati disponibili, contenuti nel Report Calcio 2019, la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata del calcio professionistico ha sfiorato nel 2016 gli 1,2 miliardi di euro, confermando l’importante trend di crescita registrato negli ultimi anni.
La voce con la più alta incidenza riguarda le ritenute Irpef (50% del totale), seguite dall’Iva (21%), dalla contribuzione previdenziale Inps (12%), dalle scommesse sul calcio (11%) e dall’Irap (5%), mentre l’incidenza dell’Ires non supera l’1%.

La Serie A pesa da sola per il 72% della contribuzione complessiva, con un dato pari a 856,5 milioni di euro (la crescita media annua dal 2006 al 2016 è stata pari al +6,3%).

Più in generale il calcio professionistico continua a rappresentare il principale contributore del sistema sportivo, con un’incidenza del 70% rispetto al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo italiano e del 36% nell’ambito del macro settore economico relativo alle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e di divertimento (il secondo settore, relativo a lotterie, scommesse e case da gioco non supera il 17,2%).

Il possibile impatto degli aiuti sui conti del calcio professionistico
In attesa che il governo vari il provvedimento contenente gli aiuti al settore dello sport professionistico e dilettantistico colpito dallo stop forzato legato all’emergenza coronavirus, possiamo iniziare a ragionare su quello che potrebbe essere l’impatto sui club di Serie A, Serie B e Lega Pro, seguendo il ragionamento del ministro Spadafora.
Ipotizzando che lo Stato sospenda le scadenze fiscali e contributive dovute dai club, il risparmio mensile per il sistema, calcolato sugli ultimi dati disponibili potrebbe aggirarsi attorno agli 98,68 milioni.
Per la sola Serie A il beneficio, calcolato su un singolo mese, degli eventuali aiuti fiscali allo studio del governo per controbilanciare gli effetti del danno economico legato all’emergenza coronavirus potrebbero essere di 71,61 milioni di euro in caso di sospensione totale dei versamenti fiscali e contributivi.