Calciatori di serie B e C: come costruire l'indipendenza finanziaria a 20 anni

Pianificare il proprio futuro, anche a livello economico, diventa sempre più importante per gli sportivi. A maggior ragione nel caso in cui le cifre sui contratti non siano milionarie. È…

AC Spezia v Pordenone Calcio - Serie B

Pianificare il proprio futuro, anche a livello economico, diventa sempre più importante per gli sportivi. A maggior ragione nel caso in cui le cifre sui contratti non siano milionarie. È il caso ad esempio dei calciatori di Serie B e Serie C, i cui stipendi sono lontani dal top della massima categoria.

Basti pensare che i giovani che si affacciano in Serie B possono contare su uno stipendio minimo a partire da 13.831 euro lordi nella stagione 2019/20 per i calciatori in “addestramento tecnico”, un minimo che sale a 15.967 euro per i giocatori da 16 a 19 anni, a 21.358 per chi va dai 19 ai 23 anni e per chi firma il primo contratto, fino ai 28.783 euro come minimo retributivo oltre i 24 anni.

Per questo diventa fondamentale la capacità di scegliere come salvaguardare al meglio il proprio patrimonio. C’è chi ha già provato a reinventarsi imprenditore, come Federico Dionisi, 32enne attaccante del Frosinone (Serie B) che nel febbraio 2019 ha aperto il negozio di abbigliamento “DieciDodici” a Rieti, la sua città natale, con il 60% delle quote della società FE.DE STORE SRLS.

Ha scelto invece l’immobiliare Massimo Maccarone, seppur la sua Big Mac Immobiliare (dal soprannome dell’ex attaccante tra le altre di Empoli, Middlesbrough e Siena, oggi a 40 anni in Serie C alla Carrarese) sia ferma dal 2009. Un altro bomber d’esperienza come German Denis, 38enne oggi alla Regina, ha puntato invece sul fitness con la Dimensione Saga (Saga Group Srl) a Treviolo (Bergamo) che si occupa di fisioterapia, palestra e attività fisiche, con l’argentino che possiede il 33% delle quote. L’immobiliare è invece il settore in cui ha investito Dario D’Ambrosio, terzino del Siena (Serie C) e fratello gemello di Danilo D’Ambrosio, difensore dell’Inter, che insieme hanno creato la Twins Srl che si occupa di compravendita e gestione degli immobili: il 20% al giocatore oggi in Toscana, l’80% invece al terzino nerazzurro.

“Non è mai troppo presto per iniziare a risparmiare. Cominciare a costruire un patrimonio personale (seppur piccolo) fin dalla giovane età è sicuramente il miglior modo per essere indipendenti”. Commenta Vincenzo Cuscito, Senior Investment Consultant di Moneyfarm. “Spesso chi ha dai 18 ai 25 anni trova difficile risparmiare per il futuro o, addirittura, non ci pensa nemmeno. Si vive alla giornata, ma questa filosofia è controproducente, poiché anche piccole somme, nel lungo periodo, possono contribuire a costruire un futuro solido.

I calciatori di serie B e C, dunque, come moltissimi giovani hanno la possibilità di costruire un piano di investimento che gli permetta di raggiungere senza troppi sacrifici la piena indipendenza finanziaria tra i 30 e i 40 anni, garantendo le basi economiche anche per una futura soluzione di tipo imprenditoriale.

Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale affidarsi a una consulenza indipendente che, al di fuori dalle logiche del conflitto di interesse, aiuti i giovani investitori a dare valore ai propri risparmi ed a pianificare un investimento finanziario in ottica futura anche da partendo da piccole somme”.

Tornando agli stipendi, ovviamente la maggior parte va ben oltre questi numeri. Secondo i dati della Gazzetta dello Sport, complessivamente i 20 club di Serie B nel 2019/20 hanno pagato oltre 162 milioni di euro in stipendi lordi ai calciatori, con una media di circa 8 milioni per squadra, dato in linea con i 7,8 milioni in media a bilancio come costo degli stipendi tra il 2013/14 e il 2017/18 (dati Report Calcio Figc 2019).  Considerando che i calciatori sono complessivamente circa 560, la media si aggira intorno ai 290mila euro lordi a stagione.

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Tra le squadre, in vetta troviamo il Benevento con 13,8 milioni, seguito da Frosinone a 12,7 e Cremonese a 11,8, mentre chiudono la top 5 il Chievo a 11 e l’Empoli a 10,9. In fondo alla classifica per monte ingaggi c’è invece il Cittadella con 2,8 milioni, il Trapani con 3,1 milioni e la Juve Stabia con 3,2.

Numeri ovviamente più bassi in Lega Pro. La media infatti dal 2013/14 al 2017/18 è di circa 2,1 milioni di euro spesi per il personale tesserato a bilancio (fonte Report Calcio Figc 2019), cifra che incide per oltre l’80% sui ricavi dei club a dimostrazione della difficoltà economica per le società nella terza serie. La media è di circa 80mila euro a giocatore, considerando 25 giocatori per ciascuna rosa. Gli stipendi minimi vanno dai 10.665 euro lordi dei giovani in addestramento tecnico fino ai 26.664 euro lordi come minimo retributivo per chi ha più di 24 anni.

Tuttavia, in alcuni casi ci sono giocatori con ingaggi quasi da Serie B. Secondo i dati del Report Calcio 2019 della Figc, nel 2016 (ultimi dati disponibili), i contribuenti oltre i 200mila euro annui erano 206 in Serie B (con una media di 9,4 per ogni squadra) con retribuzioni per complessivi 77 milioni e una media di 375mila euro ciascuno. In Lega Pro, invece, chi andava oltre i 200mila euro erano soltanto in 16 per complessivi 4,5 milioni di euro e una media a testa di 284mila euro.

D’altronde, la maggior parte dei giocatori professionisti rientra nella categoria della retribuzione tra 10mila e 50mila euro (1.433, 37%), seguita da chi guadagna tra i 100 e i 700mila euro (905, 24%), chi arriva fino a 10mila euro (653, 17%) e infine chi guadagna tra i 50 e i 100mila euro (431, 11%). Significa, in sostanza, che più della metà dei calciatori in Italia hanno uno stipendio che raggiunge un massimo di 50mila euro annui.

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