Udinese bilancio 2019 – Ritorna all’utile dopo sei anni l’Udinese, che ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2019 in positivo grazie alle plusvalenze. I friulani dal 2012/13 al 2017/18 avevano messo in fila oltre 60 milioni di rosso: nell’ultimo esercizio, invece, è tornato il segno positivo con un utile di 1,1 milioni di euro.
“Il risultato al 30.06.2019 è positivo grazie ad un sostanziale incremento del valore totale della produzione che risulta pari a Euro 113 milioni, incremento del 62% rispetto all’esercizio precedente”, si legge nella Relazione sulla Gestione.
“Tale variazione è riconducibile alle plusvalenze da cessione calciatori realizzate nell’esercizio (incremento di Euro 41,9 milioni rispetto all’esercizio precedente)”, che inoltre hanno permesso “un miglioramento del Margine Operativo Lordo, che passa da +16,103 milioni di Euro a +39,352 milioni, con un miglioramento di 23,249 milioni di Euro”.
Udinese bilancio 2019, le plusvalenze
La plusvalenza maggiore è riferita alla cessione di Meret al Napoli per 26 milioni, che ha consentito ai bianconeri di iscrivere una plusvalenza per l’intera cifra: a seguire la cessione di Jankto alla Sampdoria per 14,5 milioni (14,3 milioni di plusvalenza). Il quadro completo:
Nel dettaglio, sono cresciute non solo le plusvalenze ma anche, tra gli altri, i ricavi da stadio (da 6,3 a 6,6 milioni di euro), così come i ricavi da diritti tv (da 38 a 40 milioni di euro) e i proventi da sponsorizzazioni e cartellonistica (da 5,1 a 5,8 milioni di euro). Considerato il fatturato al netto delle plusvalenze, i ricavi da diritti tv valgono il 64% del valore della produzione nella stagione 2018/19 per il club friulano.
In aumento anche i costi della produzione, che passano da 88,1 a 106,7 milioni di euro, un aumento principalmente dovuto al costo del personale, salito del 35,39% (da 25,6 a 33,0 milioni di euro) rispetto all’esercizio precedente ed alle minusvalenze realizzate a seguito della cessione di calciatori che sono contabilizzate tra gli oneri diversi di gestione, che risultano incrementati del 76,29% rispetto all’esercizio precedente. In crescita anche gli ammortamenti (da 33,7 a 38,6 milioni di euro), che rappresentano il 37% del totale dei costi della produzione, con i costi del personale che rappresentano invece il 35%.
L’Ebitda, come detto, è salito da 39,5 milioni di euro, mentre la differenza tra valore e costi della produzione è stata positiva per 6,1 milioni di euro (contro il -18 milioni dell’esercizio al 30 giugno 2018), portando così ad un risultato netto positivo per 1,1 milioni di euro contro il -15 milioni dell’esercizio 2017/18.