PSG, operazione naming rights: il club cerca uno sponsor

PSG naming rights – Il Paris Saint-Germain ha fatto partire l’operazione “naming rights”. Il club francese è alla ricerca di un title sponsor per il suo stadio e per il…

PSG naming rights

PSG naming rights – Il Paris Saint-Germain ha fatto partire l’operazione “naming rights”. Il club francese è alla ricerca di un title sponsor per il suo stadio e per il futuro centro di allenamento. Come riporta “Le Parisien”, una volta trovato un accordo il “Parco dei Principi” vedrà il proprio nome affiancato da quello di uno sponsor.

Lo scorso febbraio, Nasser Al-Khelaïfi ha aperto le porte a un’operazione di questo tipo. «Perché no? Questo è un argomento su cui riflettiamo», aveva dichiarato il presidente del PSG a margine della presentazione di Accor come nuovo sponsor di maglia.

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E’ passato del tempo da allora, ma l’idea sta tornando prepotentemente di moda, grazie anche al fatto di aver sistemato la sponsorizzazione di maglia, alla volontà di gettare le basi per il futuro centro di allenamento per l’inizio del 2020 e ai progetti per una potenziale espansione del “Parco dei Principi”.

Per quanto riguarda i candidati a questa nuova partnership, secondo “Le Parisien” giovedì è stata inviata una mail per sondare diverse centinaia di aziende, francesi e straniere. «Non c’è fretta. Siamo solo all’inizio del progetto», sottolineano dal PSG, che vuole andarci piano dopo i tentativi falliti da parte di alcuni club nella ricerca di un partner.

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Diversi fattori in ogni caso contribuiranno alla scelta del futuro sponsor: la somma proposta, ma anche il tipo di “esperienza” che questa denominazione potrebbe offrire ai sostenitori. Una cosa è certa, il nome “Parc des Princes” non può scomparire. Il futuro sponsor non avrà altra soluzione se non quella di posizionare il proprio nome prima o dopo quello della struttura.

Anche il sindaco di Parigi potrà dire la sua sulla questione. L’accordo di leasing del 2013 prevede infatti che in caso di cessione dei naming rights, il comune abbia il diritto di veto, potendo decidere di scartare unilateralmente le proposte «non adeguate all’immagine di Parigi». In ogni caso, sull’accordo il Comune otterrà una commissione del 3% e dovrà pertanto essere informato sui termini economici dell’affare.

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