La finale di Copa Libertadores si giocherà a Lima invece che a Santiago del Cile. Lo ha riferito Conmebol, l’organizzazione della coppa sudamericana di calcio, in seguito a quanto sta avvenendo in Cile, dove è in corso un durissimo scontro, in molti casi violento, tra governo e manifestanti.
Anche ieri ci sono stati disordini e violenze, e il sindaco di Santiago, Felipe Guevara, aveva condizionato lo svolgimento della finale alla ripresa dell’attività del calcio locale. “Se non ci sono le condizioni di sicurezza per far riprendere il campionato – aveva commentato -, non ci sono nemmeno quelle per far disputare la finale tra Flamengo e River”.
Così è stato: la Conmebol ha scelto il Perù e non il Paraguay, come inizialmente emerso, confermando inoltre la data del 23 novembre nonostante ci fosse la possibilità di uno spostamento al 30. “Le nuove circostanze di forza maggiore e l’ordine pubblico, analizzate e valutate con prudenza, considerando la sicurezza dei giocatori, del pubblico e delle delegazioni, hanno motivato la decisione di portare la finale della CONMEBOL Copa Libertadores 2019 a Lima, in Perù, e mantenere il data del 23 novembre”, si legge nel comunicato della Conmebol.
“La scelta del nuovo scenario si basa sull’offerta del governo del Perù e sulle garanzie di sicurezza che ha dato. La decisione è stata concordata con i presidenti dei club Flamengo e River e con le federazioni di Argentina, Brasile e Cile e va anche a vantaggio della politica di realizzare ciascuna delle finali uniche in diversi paesi”.
“CONMEBOL ringrazia fortemente il governo del Cile per la collaborazione attiva fornita dalle varie cariche pubbliche per la corretta organizzazione della finale unica del CONMEBOL Libertadores 2019. Auguriamo al popolo cileno e alle loro autorità pace e buona volontà”, conclude la Conmebol.