Nuovo appuntamento con “Linea Diletta“, il format di interviste targato DAZN condotto da Diletta Leotta, giunto alla seconda stagione e che ha ora per protagonista Radja Nainggolan.
Tanti i temi affrontati, a partire dalla decisione di tornare a Cagliari, dove sta dimostrando in questo avvio di stagione di non avere certamente perso le sue doti per strada (davvero bellissimo il gol realizzato domenica). La scelta è stata naturale: “Tornare a Cagliari è stata una scelta semplice… io sono di parola. Avevo parlato col presidente Giulini ma era più uno scherzo e lui mi diceva che mi voleva, poi nel mercato è sucita la situazione e son tornato subito. Sapete della situazione di mia moglie, certe volte bisogna essere prima uomini rispetto a pensare alla propria carriera. Prima di arrivare a Cagliari non sono mai stato scaramantico, poi qua un po’ mi è venuta: c’era Daniele Conti che baciava mille braccialetti e catenina, il presidente che non voleva il numero 17 e vedere il viola… ma io le mettevo lo stesso eh, col presidente Cellino ho sempre avuto un gran rapporto: è un grande intenditore di calcio ed è sempre stato un uomo di parola, gli devo tanto…”.
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I risultati stanno arrivando e i sardi sono una delle sorprese più belle di questo avvio di stagione: “Quest’anno siamo una bella squadra come individualità: possiamo fare bene! Certo io ho giocato a Roma il primo anno in mezzo a tanti campioni, da Pjanic a De Rossi a Strootman: qui ci sono grandi talenti che però ancora devono dimostrare su palcoscenici importanti. Rog può ha grandi qualità, può diventare un giocatore veramente forte, perchè lo vedo completo. Nandez viene da un’altra realtà, deve capire che non può andare sempre a mille. Io glielo spiego, come faccio con Giovanni Simeone: deve essere meno generoso per la squadra e più lucido sotto porta. Sì, sono un po’ un fratello maggiore. Adesso per i ragazzi è difficile, perchè non si fa più la gavetta come avevo fatto io. I giovani adesso dopo 10 partite sono etichettati come fenomeni, rischiano di montarsi la testa: io cerco di aiutarli e gli spiego tante cose”.
Radja ne approfitta anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’addio all’Inter: “Scrivono che io ero uno spacca spogliatoio all’Inter?! Ma io non ho mai avuto problemi con nessuno! A chiunque chiedi, ti dirà ‘questo è un grande’. Io non ho mai creato problemi, io credo nell’amicizia dentro lo sport. Non sono mai stato da solo in vita mai: sento ancora compagni di 10-15 anni fa. Poi, che uno fa fuori dal campo fa un passo sbagliato, è un altro discorso, ma il rispetto dei compagni è una cosa a cui tengo tantissimo. Però quando ti descrivono così, poi ci vivi con quell’etichetta che è difficile levarsi. Marotta non mi ha mai rivolto la parola. A fine giugno mi chiamano e mi dicono che avevano fatto altre scelte. Io mi sono allenato bene in ritiro per convincere l’allenatore, ma lui ha dato retta alla società, giustamente. Mi sarebbe piaciuto essere allenato da Antonio Conte: in un solo mese ho visto tutta la sua determinazione e il suo essere diretto. Un giorno mi ha chiamato da parte, mi ha spiegato come fosse ‘malato’ per me, come mi volesse al Chelsea a tutti i costi. Ma è stato chiaro fin dal principio: lui ha detto che rispettava la decisione della società e ho apprezzato la sua schiettezza”.
Il legame con Roma e i colori giallorossi resta invece intatto. Il centrocampista non dimentica i compagni con cui ha legato maggiormente. “De Rossi era un po’ come Daniele Conti qua a Cagliari. In campo lo sentivi, fuori lo sentivi, è un simbolo. Senti quando c’è. Quando vai a Roma, pensi che adesso ci saranno Totti e De Rossi, capirai! Invece sono stati le più belle sorprese della mia carriera, sono l’opposto di quello che uno può immaginare, sono uno più bello dell’altro come compagni. Mi spiace tanto che De Rossi sia andato via dalla Roma, probabilmente aveva brutti pensieri come i miei… ha fatto bene ad andare al Boca, voleva vivere l’emozione della Bombonera. La partita che più mi ha fatto sentire il fuoco, era il derby di Roma, che emozione sulla pelle con Totti e De Rossi. Con Totti ho un bellissimo rapporto, adesso ci sentiamo su Instagram perchè è diventato social a 40 anni: si è convertito. Zaniolo ha una prepotenza fisica importante, si vede che ha grande personalità. Però dopo dieci partite l’hanno talmente esaltato da rendere difficile la vita per un ragazzino in una piazza come Roma e nella seconda parte della scorsa stagione l’ha sofferto. Ma sicuro diventerà un grandissimo giocatore”.
Infine un accenno a una partita che gli è rimasta nel cuore, il derby di Roma: “Avendo Daniele De Rossi in squadra, ti rompe talmente tanto le scatole nella settimana che porta al derby, che te lo senti veramente. E poi in partita, andare sotto la curva e sentire la bolgia, è un’emozione che ti rimane addosso e ti porti per sempre”.