Il Manchester City prova a giocarsi la carta del Tas per bloccare preventivamente l’indagine dell’Uefa per la violazione dei regolamenti sul Fair Play Finanziario, che potrebbe portare alla squalifica dalle coppe per un anno.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, il club inglese si è rivolto al Tribunale Arbitrale Sportivo per bloccare il passaggio del caso dagli investigatori ai giudici dell’Uefa. L’obiettivo è quindi quello di bloccare l’Uefa nell’inviare il caso alla camera giudicante per una sanzione da imporre: il club inglese sostiene che non vi è alcun caso da giudicare, puntando sulla legittimità e sulla fretta delle indagini.
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Secondo l’AP, inoltre, il City avrebbbe fornito risposte contrastanti ad alcune domande agli investigatori prima che il caso fosse inviato al giudice principale della UEFA Jose Narciso da Cunha Rodrigues del Portogallo, in carica inoltre anche alla Corte di giustizia europea in Lussemburgo.
Nei giorni scorsi erano emersi rumors secondo cui l’Uefa avrebbe caldeggiato per la richiesta di esclusione dalle coppe come sanzione per i Citizens, viste le violazioni del FPF legate ai documenti emersi da Football Leaks: si parla infatti di sponsorizzazioni che sarebbero state in realtà iniezioni di capitale da parte dell’azionista di controllo, con 149,5 milioni di sterline garantito garantito direttamente da Abu Dhabi fino al 2012 e altri 57 milioni sarebbero arrivati nelle casse del City da parte dell’azionista, ma contabilizzate come sponsorizzazioni, anche nel 2013.