Fair play finanziario, Milan e Uefa cercano l'accordo

Il Milan e l’Uefa cercano un accordo sul fair play finanziario. Lo riporta il Corriere della Sera secondo cui le parti sarebbero al lavoro per trovare una soluzione giuridica che…

Che cosa deve fare il Milan per qualificarsi in Champions League

Il Milan e l’Uefa cercano un accordo sul fair play finanziario. Lo riporta il Corriere della Sera secondo cui le parti sarebbero al lavoro per trovare una soluzione giuridica che consenta al club di avere più tempo per arrivare al pareggio di bilancio (ora imposto entro il 2021).

L’esigenza, scrive ancora il Corriere, è che l’eventuale accordo non stravolga i principi base del fair play finanziario, che possa passare il vaglio della camera giudicante (intenzionata ad applicare le norme tout court, anche se gli stessi vertici dell’ Uefa spingono per altri ragionamenti, di opportunità politica e pure di buon senso), e infine che non irriti gli altri club che negli ultimi anni hanno dovuto sottostare ai paletti dei vari settlement agreement.

Tra questi ci sono infatti Inter e Roma, pronte, secondo quanto indicato dal quotidiano milanese, a farsi sentire con Nyon  i caso di accordi considerati troppo al ribasso.

Per non pregiudicare questo (difficile) tentativo in corso, il Milan – ed è una novità – a differenza di quanto era stato annunciato con una nota ufficiale il giorno di Natale, ha deciso di non coltivare il ricorso al Tas per quanto riguarda la sanzione emessa dalla Camera giudicante per le violazioni del triennio 2014-2017.

Tale sanzione prevedeva una multa di 12 milioni di euro, il limite di 21 giocatori in rosa per le Coppe e, appunto, l’ esclusione dalle competizioni europee se nel 2021 non sarà raggiunto il pareggio di bilancio (fatto salva la tolleranza dei -30 milioni di euro).

Come si ricorderà, poi, il Milan è stato di nuovo rinviato a giudizio, sempre davanti alla Camera giudicante, anche per il triennio 2015-2018.

Un passaggio che il club ha fin qui accolto con tranquillità; questo perché l’idea è di raggiungere un accordo «cumulativo» – gli strumenti di diritto non mancano – che consenta di punire con un’unica sanzione più violazioni.

Un’anomalia, rispetto all’iter sin qui seguito.

Il punto vero è capire quale sarebbe la sanzione che il Milan riterrebbe congrua. Le valutazioni da fare sono varie, di natura politica, d’immagine e finanziaria. E naturalmente non si possono completare prima di conoscere i verdetti del campo: un conto, infatti, sarebbe saltare una stagione in Champions, tutta un’altra cosa – per proventi e prestigio – saltarne una in Europa League.

E allora viene in mente il ragionamento che, un anno fa di questi tempi, facevano dalle parti di Nyon: ovvero che al Milan sarebbe quasi convenuto scontare le sanzioni del fair play finanziario rinunciando a giocare un anno di Europa League (azzerando le altre sanzioni), per poi ripartire «puliti».

Non si può escludere che da Nyon rilancino la stessa offerta, nella malaugurata ipotesi, per i rossoneri, che la squadra non riesca a raggiungere la Champions. Toccherà al Milan prenderla o lasciarla per cercare un altro genere di accordo.