Uno dei temi più caldi per la prossima sessione di mercato è legato alla nuova normativa prevista dall’art. 5 del Decreto Crescita.
La nuova normativa varata lo scorso 30 aprile prevede l’esenzione ai fini Irpef del 70% dei redditi di lavoro percepiti dai lavoratori italiani e stranieri che sono stati residenti due anni all’estero, che si trasferiscono in Italia e che si impegnano a rimanervi per almeno un biennio (in altre parole, per ogni 100 Euro di reddito, 70 sono esenti da tassazione). La durata del beneficio fiscale è di 5 anni (prorogabili di ulteriori 5 al ricorrere di determinate condizioni).
L’esenzione aumenta al 90% per coloro che si trasferiranno in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Seppur il testo della rubrica dell’art. 5 faccia riferimento al “Rientro dei cervelli”, in realtà, a differenza della normativa in vigore fino al periodo di imposta 2019, non prevede che il lavoratore che si trasferisce in Italia debba aver conseguito (in Italia o all’estero) il titolo di laurea.
È per questo motivo che la nuova normativa può trovare applicazione nei confronti di calciatori, allenatori, dirigenti italiani e stranieri residenti all’estero da almeno due anni.
Di regola, infatti, gli sportivi (tranne rare eccezioni) non hanno, per ovvie ragioni, né il tempo né il modo di dedicare tempo agli studi universitari. Pertanto, era in passato preclusa la possibilità di applicazione dei benefici fiscali per il cosiddetto “rientro dei cervelli”.
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L’art. 5 del Decreto Crescita, invece, estendendo i benefici fiscali anche alle persone fisiche non laureate, ha notevolmente esteso la platea dei potenziali fruitori.
Fermo restando che occorrerà attendere l’emanazione della legge di conversione (entro il 29 giugno) per conoscere la definitiva versione dell’art. 5 del Decreto Crescita, l’effetto positivo in termini di competitività per il settore calcio (ma, più in generale, per lo sport italiano – si pensi ad altri sport come basket e pallavolo) potrebbe essere straordinario: la competitività dei club italiani potrà aumentare notevolmente in quanto la significativa diminuzione del carico fiscale sugli sportivi permetterà di corrispondere loro stipendi molto più alti che in passato.
Altrettanto straordinario è il circolo virtuoso che si può generare con l’arrivo in Italia di nuovi campioni: i club di calcio potranno spuntare accordi di sponsorizzazione più vantaggiosi e anche la vendita dei diritti televisivi del campionato italiano sia in Italia sia all’estero potrà beneficiare enormemente dell’accresciuta competitività del sistema italiano.
E, auspicabilmente, anche gli stadi potranno ritornare a riempirsi con l’arrivo di nuove star internazionali.
Quanto alle tempistiche della nuova normativa, il c. 2 dell’art. 5 prevede che l’esenzione da Irpef del 70% del reddito (o del 90%) trovi applicazione con riferimento a coloro che acquisiranno la residenza fiscale in Italia a partire dall’anno di imposta 2020.
A una prima lettura sembrerebbe, quindi, che la nuova normativa possa interessare solo la finestra di mercato di gennaio 2020. In realtà potrebbero beneficiarne anche i calciatori (e gli allenatori) che arriveranno in Italia nella sessione di mercato estiva di quest’anno.
Infatti, la disciplina italiana relativa all’individuazione della residenza fiscale prevede che si qualifichino come residenti in Italia le persone fisiche che, per più di 183 giorni, risultino iscritte all’anagrafe della popolazione residente in Italia oppure risultino avere in Italia il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile.
Ebbene, calciatori e allenatori che si trasferiranno in Italia a partire dal 4 luglio, avendo trascorso in Italia meno di 183 giorni nell’anno 2019 non potranno qualificarsi come fiscalmente residenti per l’anno 2019, ma lo saranno solo a partire dal 2020.
Quindi, per l’anno 2019 saranno assoggettati alla disciplina ordinaria, interna e internazionale (ci riferiamo ai Trattati contro le doppie imposizioni), ma, a partire dal gennaio 2020 dovrebbero poter beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dall’art. 5 del Decreto Crescita. Dovrà, ovviamente, essere regolata nei contratti sportivi l’eventualità che la permanenza del calciatore duri meno di due anni in quanto tale ipotesi comporta la restituzione all’Agenzia delle Entrate dei benefici fiscali fruiti.
In conclusione, già dalla prossima sessione di mercato potremmo vedere l’arrivo di qualche campione o di qualche famoso allenatore inaspettato fino a pochi giorni fa. I tifosi delle squadre italiane stanno già sognando.
Analisi a cura di Gianmarco Tortora, managing associate di BonelliErede