«Voglio essere preciso», per quanto riguarda l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus, Beppe Marotta «non è mai stato contrario». Così il responsabile dell’area tecnica bianconero, Fabio Paratici, intervistato da Walter Veltroni sulla Gazzetta dello Sport, ha negato dissidi con l’ex amministratore delegato del club (oggi all’Inter) circa l’operazione che ha portato CR7 a Torino.
Nella lunga intervista alla Gazzetta, Paratici ripercorre le tappe di quello che i media italiani hanno definito «l’affare del secolo».
«Quando noi abbiamo giocato a Madrid è venuto Mendes (l’agente di CR7, ndr), come si fa sempre nei giorni della Champions. Gli dico: “Cristiano ha fatto dei gol incredibili”, avevo ancora negli occhi, con ammirazione e dolore, la rovesciata. Lui mi guarda e mi risponde: “Tu non ci crederai ma Cristiano, se cambia, vuole venire alla Juve. Ricordati che è meno strano di quanto tu possa pensare. Poi ne parliamo”. Io ho pensato a una boutade ma ho cominciato a ragionarci».
L’affare è entrato nel vivo qualche tempo dopo, grazie anche alla trattativa intavolata con lo stesso Jorge Mendes per il trasferimento alla Juventus di Joao Cancelo.
«Ci siamo trovati all’aeroporto dei voli privati di Linate con Mendes e Giovanni Branchini per chiudere, non ci voleva molto, quel fenomeno di Cancelo», spiega Paratici alla Gazzetta.
«Mendes mi guarda ancora, ora si capiva che faceva sul serio: “Ricordati l’altra cosa, vedrai che Ronaldo si muove da Madrid. Te lo dico chiaro: il giocatore vuole venire solo alla Juve. Lui ha giocato nel Manchester United che è la più grande squadra inglese, poi nel Real Madrid, lui va solo in squadre storiche. In Italia non ha mai giocato, vuole vincere anche il titolo italiano. Se lo volete, lui c’è. Gli ho detto: “Va bene allora tu dimmi un po’ di cosa stiamo parlando”. Io, che certo non mi ero scordato e certo volevo Ronaldo, sono arrivato lì preparato. Pensavo: se lui ne riparla voglio vedere, come al poker, che carte ha in mano: “Di cosa stiamo parlando?”».
“Questo è il salario, questo il trasferimento”, dice lui. “Fammi pensare qualche giorno e poi ti darò una risposta”. Non ho detto no, altrimenti lui avrebbe cercato altro».
L’affare entra nel vivo ad inizio giugno, con una riunione del vertice della Juventus alla quale però Marotta non prende parte.
«Non avevo detto nulla a nessuno», ricorda Paratici, «poi facciamo una riunione. Buffon andava via, avevamo vinto sette scudetti di fila, la Champions l’ avevamo persa malamente: dovevamo fare qualcosa per motivare i giocatori. Ci vediamo con Andrea (Agnelli, ndr), con Pavel (Nedved, ndr), parliamo di programmazione e conveniamo che bisogna dare una scossa a tutto l’ ambiente».
Secondo Paratici la dirigenza bianconera aveva due opzioni per motivare l’ambiente: la prima sarebbe stata quella di comprare Mauro Icardi dall’Inter «e scatenare un casino incredibile…»
«Ma, come è ovvio», spiega il manager bianconero, «non era questo il mio obiettivo reale».
L’altra opzione sul tavolo era quella di prendere Cristiano Ronaldo.
«Andrea Agnelli è un manager, non è solo un presidente. Capisce di calcio e di azienda, vuole far ancora più grande la Juve. È velocissimo nelle decisioni: ha chiesto di pensarci un attimo e di parlarne con alcune persone. Io già ero contento che non mi avesse buttato fuori dall’ufficio e mi avesse lasciato l’ entusiasmo di pensare di poter comprare Ronaldo. Il pomeriggio mi disse di farmi dare bene tutti i conti perché, se era come avevo detto io, saremmo andati avanti».