La Coppa del Mondo di sci sbarca a Kitzbühel: la Streif vale 50 milioni l'anno

L’università dello sci apre le porte alla Coppa del Mondo. Il circo bianco arriva a Kitzbühel per la tre giorni più glamour di tutta la stagione, ma anche l’evento più…

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L’università dello sci apre le porte alla Coppa del Mondo. Il circo bianco arriva a Kitzbühel per la tre giorni più glamour di tutta la stagione, ma anche l’evento più più ricco e seguito, anche in tv, dove nelle scorse stagioni ha avuto un’audience complessivo a livello mondiale di circa 44 milioni di spettatori.

La pista Streif sarà il palcoscenico dello spettacolo, con i suoi 3.312 metri di lunghezza e 860 metri di dislivello che ne fanno una delle piste più belle e difficili dell’intero circo bianco, nonché una delle discese storiche. La prima gara ufficiale International Hahnenkamm Races si è svolta infatti il 28-29 marzo del 1931 e quella di quest’anno sarà la 79esima edizione.

Oltre 3km di discesa in cui «lo stomaco arriva perfino a rivoltarsi», parola dell’ex azzurro Kristian Ghedina, che è riuscito a domarla trovando il successo nel 1998 e altri due podi, 3° nel 1995 e 2° nel 2000. Mausefalle (muro con pendenza all’85% che diventa un salto di 80 metri per gli sciatori), Steilhang, Brückenschuss, Hausbergkante e Zielsprung, alcuni dei settori della Streif, sono  nomi che ancora mettono i brividi a molti sciatori. Ma anche nomi che negli ultimi anni hanno portato fortuna all’Italia: dal 2013 sono arrivati ben quattro successi azzurri, tre di Dominik Paris (2013, 2017 e 2019) e uno di Peter Fill (2016).

Dietro alla discesa libera, però, c’è molto di più. C’è un intero weekend (con anche uno slalom e un SuperG in programma) che per viene considerato il “Gp di Montecarlo” della Coppa del Mondo di sci. Tanti vip ogni anno, con Arnold Schwarzenegger e Dietrich Mateschitz (proprietario della Red Bull, uno degli sponsor principali dell’evento) tra i sempre presenti, mentre quest’anno sono attesi tra gli altri anche i piloti Sebastian Vettel, Marc Marquez, Max Verstappen e Andrea Dovizioso. La festa più glamour? Quella dedicata ai Weißwurst allo Stanglwirt: oltre 8.000 wurstel per 2.500 ospiti. Costo d’ingresso? 145 euro.

Sarà più economico accedere alle gare, a meno di non guardare ai biglietti per le zone vip (che vanno dai 90 ai 320 euro per la singola gara). I tagliandi in vendita partono dai 20 euro, quanto basta per riempire Kitz ogni anno. Il record è del 1999, quando nel weekend ad assistere le gare furono 99mila spettatori di cui 53mila per la sola discesa, primato dal 1977 ad oggi. L’anno scorso furono 85.500 gli spettatori (47mila per la discesa), mentre il record in tripla cifra è stato solo sfiorato nel 2017 98mila nel weekend (50.000 per la discesa).

Cifre che portano ad un indotto record per la zona. Il budget di spesa per organizzare la gara è di circa 7,5 milioni di euro (coinvolgendo oltre 1.450 persone), con un ritorno importante: i ricavi stimati per tutta l’area di Kitzbühel si aggirano infatti intorno ai 47 milioni di euro. La maggior parte delle entrate arriva da diritti tv e sponsor (valgono tra il 35% e il 40% ciascuno), poi dagli spettatori (20-25%) e altri ricavi (1-5%).

Un evento che richiama sempre più l’interesse mediatico, e non è un caso che l’impatto dei diritti tv sia in crescita. La prima gara è stata trasmessa in tv nel 1959: oggi sono presenti 45 emittenti tv e 30 radio a raccontare la gara in diretta, con oltre 580 giornalisti accreditati da trenta diverse nazioni.

Dominik Paris sulla Streif nel 2013 (foto EXPA/ Sammy Minkof / Insidefoto)

Un indotto che in parte finisce anche nelle tasche degli atleti. Nel 1992 per i primi tre era previsto un montepremi complessivo di 16.351 euro per la discesa: 27 anni dopo, quest’anno in palio ci sono 200.000 euro per i primi trenta, dai 74mila del primo ai 1.000 euro del trentesimo, per complessivi 550mila euro nel weekend (200mila discesa e superG, 150mila per slalom). Dominik Paris, che in discesa dal 2013 ha colto tre vittorie e un secondo posto, dalla Streif ha portato a casa oltre 260 mila euro: un bel bottino per essersi laureato tre volte all’Università dello sci.