Risultati vs prestazioni: ecco perché la Juve non ha rivali in Italia

Questa analisi è basata non sui risultati, ma sulle prestazioni delle squadre. Per prestazioni si intendono una serie di parametri misurabili di cui alcuni sono oggetto dell’articolo (i tiri fatti,…

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Questa analisi è basata non sui risultati, ma sulle prestazioni delle squadre. Per prestazioni si intendono una serie di parametri misurabili di cui alcuni sono oggetto dell’articolo (i tiri fatti, la pressione offensiva, il pressing, gli xG creati) che poi formano il numero di occasioni create e di quelle concesse da una squadra che è la misura della qualità di una squadra.

Le prestazioni sono correlate con i risultati effettivi ma non necessariamente corrispondono sempre con i risultati, che nel calcio dipendono anche da fattori casuali. Le variazioni sono poi più frequenti e più ampie quanto minore è il numero di partite. Ad esempio, la Juventus a Torino contro il Manchester United ha dominato la partita in lungo e in largo creando un grande numero di occasioni e non concedendo praticamente niente all’avversario, ma non riuscendo però a fare più di un goal. Poi però ha addirittura perso la partita su due palloni buttati in mischia in cui il Manchester Utd ha trovato due goal fortunati.

Il risultato non ha coinciso per nulla con le prestazioni e questo qualche volta succede perchè il calcio è uno sport a basso punteggio.

Non succederebbe nel basket dove fare canestro è più facile che fare gol nel calcio e si fanno tanti punti, per cui un evento sfortunato e casuale o anche una decisione arbitrale errata incide solo per un canestro su tanti giocati, mentre fare gol è molto difficile e talvolta nelle partite non se ne fa neanche uno, per cui un evento sfortunato diventa spesso decisivo a dispetto delle prestazioni.

La Juventus ha già vinto matematicamente lo scudetto (anche se non aritmeticamente) e per la verità lo aveva già vinto a Novembre. L’ha vinto ad oggi al 94%, giusto perché nel calcio non si può dire al 100%, come non si può dire al 100% che non nevicherà a Roma ad Aprile.

Questo è un calcolo delle probabilità che deriva appunto dalla differenza di prestazioni e inoltre dai risultati storici. Qualunque sito di scommesse fa questo tipo di calcoli a valere sul proprio database che utilizza poi come prima indicazione matematica. Ci sono poi anche dei siti gratuiti come ad esempio thirty eight che fanno questi calcoli, che possono divergere di qualche centesimo a seconda della metodologia e della profondità del database che hanno a disposizione. Non sono quindi soltanto i nove punti di vantaggio sul Napoli, che peraltro sono tanti, quanto le migliori prestazioni della squadra guidata da Massimiliano Allegri rispetto a quella allenata da Carlo Ancelotti.

A differenza dello scorso anno la Juve quest’anno ha prestazioni nettamente superiori a quelle del Napoli. Da un lato perché ha migliorato le proprie, dall’altro perché i partenopei sotto la gestione Ancelotti hanno fatto peggio rispetto allo scorso anno non solo in uno ma in tutti i parametri.

Vediamo alcuni indicatori e alla fine un grafico che rappresenta un indice complessivo di qualità., che oltre ai parametri descritti più oltre ne comprende altri, come la precisione dei passaggi nelle varie zone, gli XPTS, il numero di accelerazioni e la velocità nelle transizioni ecc…

Il primo grafico mostra semplicemente i tiri fatti e quelli concessi dalle squadre, che in tutti i grafici sono ordinate da sinistra a destra in base alla classifica, con i relativi punti evidenziati sull’asse delle ascisse. (Al Chievo, ai fini della valutazione delle prestazioni, non sono stati tolti qui i 3 punti di penalità comminati per gli illeciti).

I tiri da fuori area (colonne più chiare) contano molto poco nel calcio, salvo avere molta fortuna o sfortuna.

Tanto per dare un’idea la Juventus, che ha tiratori eccellenti, ha fatto 2 goal con 141 tiri da fuori area (di cui 19 punizioni). Non è stata fortunata finora. Alla lunga complessivamente si fa circa 1 goal ogni 30 tiri. Gliene mancano per ora da due a tre, ma magari i prossimi 10 tiri farà 2 goal e tornerà in media.

Tuttavia bisogna sempre guardare le due facce di una medaglia. Se da un lato ha avuto un po’ di sfortuna nelle conclusioni da fuori area, dall’altro nei tiri concessi la Juve è stata invece abbastanza fortunata. Gli hanno fatto 104 tiri da fuori area e zero goal.

I tiri da dentro l’area (colonne più scure) invece sono un indicatore un po’ grezzo ma già abbastanza affidabile. Si nota subito la caratteristica principale della Juventus. La Juve ha una buona produzione offensiva (208), ma non poi superiore ad altre squadre di vertice. La sua vera forza è la difesa, che concede poco.

Il rapporto (numeri in giallo) tra tiri fatti e tiri subiti da dentro l’area è infatti nettamente superiore alle altre squadre. A parte la Juventus si nota poi come alcune squadre (Sampdoria, Parma) siano state finora abbastanza fortunate.

Il Parma ad esempio concede più tiri da dentro l’area (221) di tutte le altre 19 squadre e ne produce meno di tutte (106). Ha un rapporto di oltre 2 tiri da dentro l’area presi per ogni tiro fatto, che è tipicamente da squadra da retrocessione. Tuttavia il Parma ha una posizione di classifica ottima ed è già matematicamente (anche se non aritmeticamente) salvo.

Questo risultato è dipeso in parte dalla fortuna, che è una componente importante del gioco del calcio e nel caso del Parma gli avversari hanno sbagliato le conclusioni in modo abnorme, inoltre i pochi goal fatti dal Parma (17) sono stati “pesanti” in termini di punti classifica e infine il portiere Luigi Sepe sta facendo una stagione fantastica.

I tiri da dentro l’area sono già un buon indicatore però, specie se il campione è limitato, possono esserci differenze nella qualità dei tiri. Il successivo grafico mostra gli xG, cioè i goal attesi, calcolati proprio in base alla posizione (più distanti o più vicini e più o meno decentrati) e alle condizioni (tipo di passaggio, marcatura, ecc.) in cui vengono effettuati i tiri. Sono relativi a tutti i tiri, sia da dentro area che da fuori area. Questi ultimi peraltro fanno pochissimi xG.

Si trova conferma a quanto detto sopra per la Juve, con un rapporto tra xG, (cioè goal attesi prodotti dalla Juve) e xGA (cioè goal attesi prodotti dagli avversari) pari a 2,34, simile a quello sopra relativo ai tiri. Oltre a ciò nella realtà la Juve, rispetto ai 16 goal attesi (numeri rossi ombreggiati), ne ha poi presi realmente solo 11 (numeri rossi più piccoli a destra) grazie in buona parte al portiere, che con Sepe (Parma) e Handanovic (Inter) è in testa alle classifiche di rendimento.

Spiccano i risultati della Sampdoria, che a fronte dei 29 xGA concessi ha poi preso solo 23 goal, in parte grazie ad Audero, ma in buona parte agli avversari che hanno sbagliato le conclusioni ben oltre la media. Oltre a ciò, a fronte della produzione di 23 xG, la Sampdoria ne ha poi realizzati realmente 32, cioè quasi il 50% in più, il che significa un andamento molto fortunato e inusuale nelle conclusioni, senza con ciò nulla togliere alla bravura dei suoi attaccanti.

Il grafico seguente mostra i passaggi fatti (e concessi) nei 18 metri ossia in area o appena appena fuori area.

Sono esclusi da questo indice i cross. E’ un indicatore della pressione offensiva esercitata direttamente nell’area avversaria e di quella esercitata dagli avversari nella propria area.

Qui è ancora più chiara anche visivamente la forza difensiva della Juventus. E anche un po’ lo stile di gioco. La Juve in realtà non fa molte più azioni manovrate nell’area avversaria (140) di altre buone squadre, (semmai fa parecchi cross, che non sono compresi in questo indicatore), ma ne concede molto poche (58) agli avversari.

E anche in questo grafico, gira e rigira, il rapporto (numeri in giallo) tra quanto prodotto e quanto concesso è di 2,4 cioè è del tutto simile ai precedenti ed è superiore alle altre squadre.

Da questi primi tre grafici si nota anche la qualità dell’Atalanta, che al pari della Lazio ha, e non da oggi, tra le migliori prestazioni in assoluto, anche se come risultati non è stata finora molto fortunata.

Gli uomini di Gasperini hanno un’ottima fase offensiva (l’Atalanta ha prodotto gli stessi xG della Juve), mentre come fase difensiva deve ancora un po’ migliorare, anche se è già a un discreto livello. Ha piuttosto un portiere non sempre sicurissimo e deve perciò sperare che faccia bene nella seconda parte della stagione.

Ricordo che il portiere non fa parte della valutazione delle prestazioni difensive. Lui anzi è proprio quello chiamato a rimediare alle eventuali mancanze della difesa.

Sulla stampa sportiva, molto spesso si considerano i goal presi come la misura della qualità difensiva di una squadra. Può anche essere, cioè può coincidere, ma può anche essere che una squadra abbia una difesa non molto buona, ossia che conceda molte occasioni e subisca molti tiri, ma che poi gli avversari le sbaglino molto più del normale, oppure può anche succedere che il portiere faccia miracoli, o entrambe le cose.

L’anno scorso, ad esempio, per mesi e mesi in molti hanno magnificato la difesa della Roma, in base al fatto che aveva preso meno goal di tutti nella prima parte della stagione e “perciò” aveva la migliore difesa del campionato.

La Roma in realtà concedeva parecchie occasioni, cioè non aveva una buona organizzazione difensiva. Solo che gli avversari sbagliavano le conclusioni ben oltre il normale e inoltre Alisson faceva miracoli a ripetizione.

Quando gli avversari hanno sbagliato di meno e Alisson, pur facendo sempre molto bene, non ha più prodotto miracoli a raffica, la Roma ha cominciato, non sorprendentemente, a prendere più goal.

Il grafico qui sopra è relativo al pressing esercitato dalle squadre (colonne più chiare, in basso) e al pressing subito.

Il numero in basso, ad esempio 9,2 per la Juve, è il numero di passaggi fatti mediamente dagli avversari prima di perdere palla nella loro metà campo. Più basso è il numero e più successo ha il pressing esercitato. Un numero inferiore a 10 è a grandi linee un buon numero, cioè è un buon grado di pressing effettuato da una squadra.

I numeri in alto (colonne più scure) sono l’opposto e cioè, sempre prendendo la Juventus come esempio, 13,4 rappresenta il numero di passaggi fatti mediamente dalla Juventus prima di perdere palla. Più alto è e meglio è.

Sono un indicatore del pressing subito dagli avversari, ma anche della propria qualità di fraseggio, (e in parte dipendono anche dallo stile di gioco), specie per le squadre forti, che trovano spesso squadre piccole che non fanno tanto pressing, ma piuttosto aspettano nella loro metà campo. E’ un dato che la Juve dovrebbe (a mio avviso) ancora un po’ migliorare.

E’ inoltre uno tra gli indicatori dove “la mano di Ancelotti”, spesso evocata sulla stampa sportiva, si è manifestata più compiutamente sulla performance del Napoli.

I dati evidenziano che lo scorso anno il Napoli di Sarri aveva una circolazione di palla eccellente, ai vertici in Europa, e faceva mediamente 23 passaggi prima di perdere palla. E per buona parte erano anche passaggi veloci e inoltre passaggi di prima o a due tocchi. Oggi il Napoli, pur facendo meglio delle altre squadre di Serie A, fa in media 16,5 passaggi prima di perdere palla. La diminuzione è dovuta in parte anche al mutamento di stile di gioco

Anche da questo grafico infine si vede che il Parma ha dei numeri bassi. Da un lato gli avversari fanno 16 passaggi prima che il Parma riconquisti la palla e dall’altro mediamente dopo 7,6 passaggi il Parma la perde.

L’ultimo grafico è un indice sintetico delle prestazioni, che comprende quanto illustrato finora più altri parametri.

I numeri ombreggiati in alto (1, 2, 3, 4, 6, 7…) rappresentano una classifica “virtuale”, in base alle prestazioni. I primi 4 posti, come si vede, coincidono anche con la classifica reale.

I numeri sopra e sottolineati in cima ad ogni colonna sono il valore dell’indice, cioè di un’intera colonna.

A sua volta ogni colonna è suddivisa in un indice offensivo (blu) e in uno difensivo (turchese) la cui somma dà l’indice totale. (Che può non corrispondere perché i numeri parziali, anche per necessità grafiche, sono arrotondati all’unità).

Orientativamente 5-6 punti di differenza nell’indice tra una squadra e l’altra sono un valore già significativo, cioè rappresentano un gradino abbastanza netto in termini di prestazioni.

Da questo indice si vede ancora una volta e molto bene la qualità difensiva della Juventus, che è di due o tre gradini superiore rispetto anche alle migliori. Anche per quello recuperare nove punti a una squadra non solo complessivamente più forte, ma che ha come sua prerogativa principale proprio quella di concedere molto poco è una fantasia buona solo per i media che d’altronde devono pur cercare in qualche modo di mantenere vivo l’interesse e gli ascolti.

Il Milan, che ha quasi la “necessità” di arrivare quarto e di accedere ai ricavi della Champions (“Abiamo bisogno che il Milan torni in Champions”, ha dichiarato nelle scorse settimane il presidente rossonero Scaroni), non sembra apparentemente avere un compito molto facile, rispetto alle concorrenti. Il Milan ha per di più Lucas Biglia e Giacomo Bonaventura, due tra i suoi giocatori qualitativamente migliori, infortunati gravemente. Guardando a ritroso anche gli altri indici si vede che il Milan va bene difensivamente, ma non produce un granché dal punto di vista offensivo dove è per ora sensibilmente inferiore alle sue concorrenti dirette.

A dire tutta la verità si è anche barcamenato finora grazie a un pizzico di fortuna, trovando 8 goal da fuori area (con gli stessi 4,5 xG della Juve che, meno fortunata, ne ha fatti solo 2) e alcuni di questi tiri sono risultati anche determinanti in termini di punti classifica. Ma non è che possa contare con certezza su altrettanti per il futuro.

La Lazio, che ha avuto finora abbastanza sfortuna (8 pali presi, solo per fare un esempio) e anche alcune decisioni non molto favorevoli, ritrova Lucas Leiva, che con Senad Lulić è un giocatore fondamentale per Inzaghi e che l’anno scorso è stato ai vertici di rendimento non solo in Italia, ma in tutta Europa. La Lazio già l’anno scorso aveva sfiorato, o per meglio dire gettato via, il quarto posto. E’ una squadra che ha le prestazioni e inoltre avendo una rosa abbastanza immutata avrebbe anche un affiatamento che le consentirebbe almeno in linea teorica di avere una buona continuità.

La Roma ha avuto parecchi giocatori infortunati e dovrebbe prevedibilmente migliorare nella seconda parte, anche perché i vari giovani che ha inserito avranno maturato più esperienza. Il suo problema maggiore resta ancora la difesa.

L’Atalanta se continua con quel rendimento e se ha finalmente un pizzico di buona sorte sulle conclusioni avversarie, pur essendo un po’ indietro in classifica, è tra le possibili candidate in base alle prestazioni che è in grado di produrre.

La Sampdoria invece se non migliora le sue prestazioni è improbabile che riesca a mantenere lo stesso passo, confidando di continuare a fare il 50% di goal in più degli xG prodotti e a incassare il 25% in meno di quelli concessi.

Il Napoli e l’Inter dovrebbero mantenere le rispettive posizioni o comunque qualificarsi abbastanza agevolmente alla Champions League.

Riguardo alla zona retrocessione il grande colpo l’ha fatto il neopromosso Parma, già praticamente salvo, visto che si stimano 35-36 punti come già probabilmente sufficienti per la salvezza e 37-38 punti proprio per essere sicuri.

Al Parma basta quindi un ritorno da 12 punti, cioè un ritorno anche pessimo, con il grande vantaggio psicologico per la squadra e l’allenatore di poterli fare in serenità e tranquillità, non preoccupandosi troppo nel caso di qualche sconfitta consecutiva, a differenza delle “pericolanti” che saranno continuamente sotto processo ad ogni risultato negativo.