Ci sono novità sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, e che ha portato il 28 novembre scorso il gip di Roma ad emettere un provvedimento di sequestro di beni per circa 2,6 milioni di euro.
Come riporta l’ANSA, il tribunale del Riesame, a circa un mese di distanza, ha parzialmente annullato quel decreto disponendo la restituzione dei beni agli indagati. I giudici, accogliendo una istanza degli avvocati difensori tra cui il legale di Ferrero, hanno dissequestrato sia beni mobili che immobili. Tra questi, anche un appartamento a Firenze che torna nella disponibilità di Manuela Ramunni, compagna del proprietario del club genovese.
Nel provvedimento con cui il gip aveva accolto la richiesta dei pm di piazzale Clodio si affermava che da parte degli indagati erano state poste in essere condotte che hanno puntato a «drenare le risorse economiche dell’Unione Calcio Sampdoria allo scopo di impiegarle, per motivi estranei alle finalità sociali», per finanziare produzione e distribuzione di film.
Le indagini sono partite dall’analisi di una serie di transazioni finanziarie anomale da parte delle società del gruppo Ferrero. In questo quadro, dalle casse della Sampdoria sarebbero spariti 1,2 milioni di euro, parte dei soldi incassati per la cessione al West Ham di Pedro Obiang nell’estate del 2015. Il denaro sarebbe stato distratto attraverso l’utilizzo di fatture false emesse da una società riconducibile a Ferrero, anche se amministrata da un altro soggetto. I soldi sarebbero poi stati successivamente riutilizzati sia per sanare debiti di altre imprese del gruppo, sia per finanziare un film prodotto da altre due società, sempre riferibili al presidente della Sampdoria.