Questo è un paese per vecchi. Parafrasando al contrario il celebre film dei fratelli Coen è possibile offrire una panoramica del calcio italiano in questa prima parte di stagione. Mentre la Figc si prepara a discutere il premio del 5% a chi forma i calciatori, il 66% dei giovani usciti dalle formazioni Primavera si perde lungo la strada.
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Lo scrive “La Repubblica”, portando a sostegno della tesi un confronto con il resto d’Europa, che parte dalla “Youth League”, la Champions League dei giovanissimi. Nessuna formazione Primavera italiana si è qualificata direttamente alla seconda fase della competizione. Inter e Napoli sono state eliminate, Juventus e Roma devono passare per gli spareggi, e delle 24 partite giocate le nostre ne hanno perse 10 vincendone solamente 9.
Guardando invece alla Serie A, salta subito all’occhio come nessuna delle prime cinque in abbia fatto esordire quest’anno un calciatore con meno di 21 anni, eccezion fatta per l’Inter con Lautaro Martinez, che però ne avrebbe compiuti 21 tre giorni dopo l’esordio. Ad avere lanciato più giovani sono invece Fiorentina e Roma, che però si trovano lontane dalle aspettative di inizio stagione. Un caso? Forse sì, forse no.
Fatto sta che sono solamente 16 i calciatori U21 che hanno giocato quest’anno la loro prima partita in Serie A. E di questi, 12 sono stranieri, prevalentemente acquistati sul mercato: Kluivert, Lafont, Svanberg, Ronaldo Vieira, Romero e Kouamé. Gli italiani sono invece 4 soltanto: Zaniolo e Luca Pellegrini (entrambi della Roma), Matarese (Frosinone) e Sottil (Fiorentina). Lui e Pellegrini sono anche gli unici debuttanti assoluti tra i professionisti, mentre gli altri avevano già militato in Serie B.
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Tornando ai numeri, solo 129 dei 443 ragazzi usciti dai vivai lo scorso anno sono ancora professionisti in Italia, una ventina all’estero (il 34% circa). E di questi, solamente 10 sono rimasti nelle rose di Serie A, meno del 3%. Alla fine dello scorso torneo i ragazzi dai 20 anni in giù a esordire erano stati 41. Per 20 fu il primo passo assoluto con i professionisti, e molti di loro, 12, erano italiani. Tuttavia, nessuno di questi ha ancora avuto l’occasione di ripetersi. Solo Salcedo (Inter) e Torrasi (Milan) sono rimasti in organico a una società di A, ma solo in Primavera.