Il piano Gazidis per il Milan passa prima di tutto dal progetto sportivo, poi da quello economico e organizzativo, che punta a proiettare nel futuro la società rossonera, squassata dall’esperienza cinese e dalla minaccia Uefa, alle dinamiche del calcio globale.
E’ questa la sintesi della visione del nuovo amministratore delegato rossonero emersa dall’incontro tra alcuni esponenti della stampa nazionale e la nuova dirigenza del Milan targato Elliott.
Incontro al quale hanno partecipato il presidente del Milan, Paolo Scaroni, il nuovo amministratore delegato, Ivan Gazidis, e il consigliere di amministrazione e portfolio manager di Elliott, Giorgio Furlani
Per Gazidis, arrivato a inizio dicembre dopo l’esperienza decennale come CEO dell’Arsenal, il Milan deve diventare un club capace di sostenersi con l’ autofinanziamento, ricco di giovani talenti e di altrettanto giovani appassionati, con uno stadio di proprietà in condivisione con i cugini dell’ Inter.
Non necessariamente il vecchio e mitico San Siro. Piuttosto una nuova casa comune dei tifosi milanesi, un impianto stellare e all’avanguardia da far invidia all’Emirates su cui ha governato per l’ ultimo decennio.
- Football First: non c’ è altra stella polare che il calcio e i risultati sportivi.
- Stadio di proprietà: come si è detto in coabitazione con i nerazzurri perché il peso dell’investimento è ripartito tra le due società e aumenta il ritorno per gli sponsor.
- Crescita internazionale sul piano commerciale e dei servizi: investimenti sul marketing, il rapporto con i fans, il digitale e il merchandising sfruttando appieno la notorietà del brand Milan in tutto il mondo.
- Il rilancio dell’Academy. I «local boy», come Gazidis chiama il vivaio, saranno una componente essenziale del suo piano di crescita.
- Attenzione massima ai rapporti con l’ecosistema calcio: Scaroni si curerà della Lega e della Figc, mentre lui si occuperà in presa diretta del fronte internazionale.
Il piano Gazidis per il Milan – Prima di tutto i risultati sportivi
La qualificazione alla prossima Champions League rappresenta un obiettivo chiave per il nuovo Milan targato Elliott, anche da un punto di vista economico.
La solo partecipazione alla fase a gironi della Champions 2019-2020, grazie all’aumento del montepremi e alle nuove modalità di distribuzione, potrebbe valere circa 40 milioni di euro, tra bonus di partecipazione e premio al ranking storico.
Risorse a cui andrebbero ad aggiungersi i premi di performance, il market pool e gli incassi da stadio per almeno le tre partite disputate in casa nel girone. Oltre a una ritrovata visibilità internazionale che potrebbe aiutare sul fronte della sponsorizzazioni.
Il piano Gazidis per il Milan – Lo stadio di proprietà
Un altro pilastro del piano Gazidis per il Milan è quello dello stadio di proprietà. Da studiare, progettare e costruire assieme all’Inter.
Bisognerà trovare un’intesa con il club controllato dal gruppo Suining, che starebbe pensando a rifare più bello e funzionale San Siro. Una posizione, quest’ultima condivisa con il sindaco di Milano, Beppe Sala.
Gazidis e la nuova dirigenza rossonera preferirebbero invece uno stadio nuovo, magari accanto a San Siro o in altre zone della città (tra le aree individuate anche Rogoredo a sud del capoluogo lombardo), sempre in condivisione con l’Inter.
La nuova dirigenza del Milan è dunque pronta a sedersi con Inter e Comune di Milano per studiare, progettare e costruire assieme il nuovo impianto. Che nella testa di Gazidis dovrebbe diventare la nuova casa comune dei tifosi milanesi, un impianto stellare e all’avanguardia da far invidia all’Emirates Stadium di Londra
Il piano Gazidis per il Milan – L’internazionalizzazione
Uno dei punti individuati da Gazidis è quello di fare del Milan una società nuovamente al passo con i tempi, che dialoghi a livello internazionale, che maturi, migliori, cresca sul piano commerciale, che cerchi e aumenti ricavi e guadagni.
Puntando su un brand che nonostante i risultati sportivi non particolarmente brillanti degli ultimi anni è comunque fortissimo anche nel panorama internazionale.
Il piano Gazidis per il Milan – Il rilancio del settore giovanile
La formazione dei giovani è un punto del piano di rilancio del Milan. La direzione non è quella delle spese folli per campioni già affermati ma del lavoro sulla crescita di quelli che definisce “local boy”.
Difatti la prima cosa che ha fatto Gazidis è andare a vedere il centro Vismara e Milanello. Arrivare in alto facendo nascere nuovi Paolo Maldini renderebbe orgogliosi sia i romantici sia i revisori dei conti.
Il piano Gazidis per il Milan – Più peso politico in Italia e in Europa
Il nuovo Milan targato Elliott, secondo la visione di Gazidis, dovrà avere un ruolo di primo piano nei processi in atto in Italia e in Europa atti a ridefinire i format delle competizioni.
Sarà il nuovo amministratore delegato, forte anche dell’esperienza maturata alla guida dell’Arsenal, a rappresentare il Milan presso Uefa e Fifa. Istituzioni che conosce bene, per averle frequentate e per averci trattato. Sarà invece il presidente Scaroni a governare i rapporti con Lega di Serie A e la Figc.
«Vent’anni fa» – è il pensiero di Gazidis riportato dal direttore della Gazzetta dello Sport – «il calcio italiano aveva il mondo nelle sue mani, ma non ha investito su se stesso ed è finito in serie B. Ora, l’intero movimento ha l’occasione per tornare a volare. E il Milan deve diventarne un propulsore, ruolo che non deve essere lasciato alla sola Juventus».