«Capotondi vicepresidente è un’operazione di markting? Se mi limitassi a questa motivazione sarei uno sciocco: lei è giovane, esperta dei media e conosce il calcio». Il candidato unico alla presidenza della Lega Pro Francesco Ghirelli ha spiegato così in un’intervista a Tuttosport la scelta dell’attrice Cristiana Capotondi come vicepresidente, insieme a Jacopo Tognon.
«Non commettete l’errore di sottovalutare la figura di Tognon: il suo sguardo è rivolto alla giustizia sportiva e all’Europa (fa parte del Tas di Losanna, ndr) perché sarebbe un errore limitari allo sguardo locale chiudendo all’Europa – ha proseguito Ghirelli a Tuttosport -. E comunque per la prima volta c’è una squadra di partenza, perché la governance la voglio fare con loro: non credo alla figura dell’uomo solo al comando perché più la società è complessa più servono competenze e gruppi di lavoro. E poi giovani e donne mi stimolano e mi obbligano a pedalare. Io sono felice se mi scalzeranno e comunque la mia sarà una presidenza breve con tre obiettivi: identità, regole e risorse».
Uno dei punto fondamentali del programma riguarda il semiprofessionismo per la Lega Pro. «È il fulcro di tutto anche perché possiamo diventare gli apripista per il calcio femminile e per tutto lo sport. L’obiettivo è quello di mantenere la qualità del professionismo favorendo contemporaneamente il legame con il sociale e con il territorio».
«Si parte dalla concretezza, perché sono un uomo del fare, e dai giovani. Quello che è successo ad agosto ha lacerato i rapporti e minato le certezze: dei tifosi, grandi e piccoli, ma anche dei ragazzi delle giovanili che non hanno potuto giocare perché trascinati incolpevolmente nel caos. Bisogna chiedere scusa ai ragazzi e alle ragazze e per questo ho detto alla B di fermarsi: non per non giocare, ma per parlare e per uscire da questo quadro di incertezze».
«Serie B? Bisogna chiudere rapidamente questa fase che ha lacerato il nostro mondo e aprire la stagione delle riforme sulla giustizia, le regole di accesso e sui campionati. Noi abbiamo le nostre colpe, soprattutto legate al 29 gennaio (la mancata elezione federale che diede il via al commissariamento, ndr), ma adesso dobbiamo dimostrare alla gente che abbiamo capito la lezione della Svezia e del 29 gennaio. C’è il calcio da salvare», ha concluso Ghirelli.
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