L’ultimo atto della lotta tra Qatar e Arabia Saudita riguarda il calcio e i diritti tv. L’emittente qatariota BeIN Sports ha infatti intrapreso azioni legali contro l’Arabia, chiedendo un risarcimento da un miliardo di dollari per la trasmissione di contenuti sportivi piratati. L’accusa è quella di aver piratato il segnale di BeIN nel paese saudita tramite BeoutQ, emittente che farebbe riferimento al governo di Riad.
Tutto nasce dalla decisione, da parte dell’Arabia Saudita e di alcuni suoi alleati, di interrompere qualsiasi tipologia di rapporto con il Qatar nel giugno 2017, con l’accusa di utilizzare la rete Al Jazeera per appoggiare e spingere le politiche terroristiche. Lo scontro si è spostato così anche nel campo dei diritti televisivi del calcio.
Poco dopo l’uscita di BeIN Sports dal paese saudita, è spuntato il canale BeoutQ, che trasmette gli stessi eventi e addirittura lo stesso commento di BeIN. Il Qatar sostiene che dietro la trasmissione piratata tramite BeoutQ ci sia proprio l’Arabia Saudita, mentre il materiale promozionale distribuito parla di investitori colombiani, cubani e mediorientali dietro la rete. La monarchia saudita, tuttavia, ha negato di essere collegata al canale e ha dichiarato di stare combattendo contro la pirateria, confiscando migliaia di dispositivi.
Il caso è esploso per gli scorsi Mondiali, quando anche la Fifa è intervenuta, ufficializzando azioni legali contro BeoutQ in Arabia Saudita per la trasmissione illegale delle gare della Coppa del ondo in Russia.
Secondo BeIN, che ha inviato la richiesta di compensazione all’Oic (Organisation of the islamic conference) e anche una causa presso l’Organizzazione mondiale del commercio-Omc (WTO), le azioni di BeoutQ hanno portato a un danno per oltre un miliardo di euro, cifra che continua ad aumentare ogni giorno che passa, si legge in un comunicato dell’emittente.
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