Piccinini dà l'addio a Mediaset: la finale Mondiale è stata l'ultima telecronaca

I Mondiali 2018 sono ormai stati archiviati con la vittoria della Francia in una gara che non ha mancato di regalare emozioni. A commentare il match, che ha registrato ascolti…

Piccinini addio Mediaset

I Mondiali 2018 sono ormai stati archiviati con la vittoria della Francia in una gara che non ha mancato di regalare emozioni. A commentare il match, che ha registrato ascolti decisamente importanti, è stato Sandro Piccinini, uno dei telecronisti più conosciuti da tutti gli appassionati.

La partita ha però un significato speciale anche sul piano personale per il giornalista, che si appresta a lasciare Mediaset. Ad annunciarlo è lui stesso in un intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Per vari motivi che non sto qui a dilungarmi a spiegare, sia privati sia professionali, non ci sono più le condizioni per continuare. In attesa in futuro di trovare una proposta che mi stimoli, l’anno prossimo starò fermo. In agenda avrò solo viaggi e trasferte di piacere” – ha rivelato.

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L’addio di Piccinini lascerà inevitabilmente una lacuna nel panorama televisivo attuale. Sono infatti diverse le espressioni che non possiamo non associare alla sua voce (emblematiche “il tiro che non va” o “sciabolata morbida”). Il telecronista rivela di avere avuto un modello a cui si è ispirato: “Ebbi la spinta da Enrico Ameri. Io vedevo le partite con le telecronache di Martellini e Pizzul: erano molto seriosi, con un racconto istituzionale, anche un po’ notarile. In radio la voce di punta era Sandro Ciotti che aveva un vocabolario più ricco di Ameri e ne sentivi anche la punteggiatura. Ma Ameri mi colpì per la sua enfasi già a partire dal suo timbro eccezionale. E poi era l’unico la cui voce andava in sync con quello che succedeva. In radio sentivi prima il boato e poi il radiocronista che diceva che era gol; Ameri urlava rete nello stesso momento del boato. Aveva un ritmo bestiale, un racconto coinvolgente. Ho adattato alla tv il modello delle sue radiocronache”.

Non poteva esserci quindi vetrina migliore di una finale Mondiale per chiudere l’esperienza trentennale con Mediaset. Su questo non ci sono dubbi, pur avendo commentato ben 17 finali di Champions League: “Il Mondiale dà ai calciatori una tensione maggiore e loro ti trasmettono questa adrenalina incredibile, le partite hanno visto grandi prodezze e anche grandi errori, ogni match sembrava un romanzo. Sì, il Mondiale è un’altra cosa” – ha concluso.