Offerta Cairo per Rcs – Mediobanca non è a conoscenza di proposte alternative rispetto all’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Urbano Cairo su Rcs e, in ogni caso, non ne è promotrice di offerte concorrenti e valuterà l’unica offerta ora sul tavolo «in modo attento, ma obiettivo». Lo ha sottolineato questa mattina l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel.
Il numero uno della banca di Piazzetta Cuccia ha inoltre precisato che «non c’è alcun tipo di contrasto» né con Cairo («lo conosciamo da 15 anni e lo stimiamo, le relazioni sono cordiali»), né con Intesa San Paolo «con i cui vertici c’è un rapporto particolarmente collaborativo».
«Riteniamo che la proposta di Cairo sia da valutare molto attentamente senza retropensieri, ma con obiettività nei suoi contenuti industriali e finanziari», ha detto Nagel, rilevando d’altro canto che la proposta non è ancora del tutto definita.
L’ad di Mediobanca ha anche ricordato che la banca in passato ha ceduto i due terzi della sua quota al valore di 1,20 euro per azione, quindi nettamente superiore alla proposta di Cairo, che a sua volta ha fatto acquisti a quel livello.
«Non so di proposte alternative, ora c’è solo quella di Cairo sul tavolo, se arriveranno le valuteremo con le stesso tipo di approccio», ha aggiunto Nagel. «Chiaramente noi siamo un soggetto che vuole valorizzare la propria quota nei modi e nei tempi giusti, appoggiando progetti che siano nel nostro interesse, ma anche in quello dell’azienda. Noi non siamo promotori, non siamo un gruppo editoriale. Valutiamo quello che c’è sul tavolo di concreto», ha sottolineato l’ad di Mediobanca.
Ieri, intanto, il presidente del Torino ha fatto sapere di essere pronto a rinunciare alla condizione di raggiungere il 50% del capitale Rcs, a patto di arrivare almeno al 35% più un’azione, considerando che questa soglia consenta di« esercitare il controllo di fatto».
È questa la principale novità emersa dalle comunicazioni fornite ieri da Cairo Communication al mercato, richieste dalla Consob in vista dell’assemblea di domani chiamata a varare l’aumento di capitale al servizio dello scambio azionario proposto (0,12 titoli Cairo per un’azione Rcs).
La seconda ed importante novità riguarda il debito di Rcs con le banche, sceso a circa 400 milioni dopo la cessione di Rcs Libri. Nell’annuncio dell’offerta Cairo aveva posto, come altra condizione di efficacia, una moratoria dell’attuale situazione per i prossimi due anni.
Ieri ha chiarito che se la società dovesse raggiungere con il pool di banche un accordo di rifinanziamento del debito, potrà rinunciare alla condizione di efficacia se tale accordo sarà compatibile con i suoi piani e con la continuità aziendale.
Il tema era tra quelli più delicati fin dal primo momento, perché la condizione di efficacia dell’offerta aveva irritato il management di Rcs, preoccupato per la trattativa già in corso con le banche. E forse anche per il ruolo di Intesa: principale creditore del pool, azionista della società e advisor di Cairo, tutto nello stesso tempo.
Cairo ha dunque fornito al mercato, in trasparenza, un paio di informazioni rilevanti. La prima è che si riserva di diventare comunque il primo socio di Rcs, ma con una quota, il 35%, che oltre a valere come diritto di veto dell’assemblea straordinaria, gli permetterebbe anche di proseguire la sua scalata senza lanciare altre offerte: essendo oltre la soglia del 25% dell’opa obbligatoria, gli sarebbe permesso di incrementare del 5% l’anno la sua partecipazione e arrivare presto al 50%.
La seconda è che la sua offerta non è incompatibile con la trattativa in corso con le banche sul debito e che la moratoria non è l’unico strumento in grado di garantire la ripresa del gruppo. Le informazioni di ieri non sono quelle richieste dalla Consob venerdì scorso ad integrazione del prospetto.
Per queste è in corso un confronto tra Commissione e Cairo, che si concluderà nei prossimi giorni. A quel punto riprenderà l’esame della Commissione, che ha ancora 8 giorni (sui 15 totali) per dare l’ok all’Ops. Atteso quindi per la terza o quarta settimana di maggio. Solo allora inizierà la «caccia» ai soci da parte di Cairo.