Ceferin: «La nuova proprietà del Milan? Sono preoccupato, vediamo cosa succede»

«Ci stiamo lavorando, non posso dire nulla. Sono preoccupato, ma vediamo che cosa succede». Così il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha risposto in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, a…

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«Ci stiamo lavorando, non posso dire nulla. Sono preoccupato, ma vediamo che cosa succede». Così il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha risposto in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, a una domanda sulla «misteriosa» (definizione data dal quotidiano, ndr) proprietà cinese del Milan, «indebitata con un fondo, si occupa ormai la stampa mondiale».

Il presidente della Uefa, pur esprimendo la sua preoccupazione, non è voluto entrare ulteriormente nei dettagli, nemmeno per quanto riguarda la richiesta di voluntary agreement presentata nei giorni scorsi dalla dirigenza rossonera per derogare dai vincoli del Fair Play Finanziario.

«A metà dicembre l’organismo competente si pronuncerà», ha spiegato Ceferin, che non si è sbilanciato nemmeno sulle eventuali sanzioni legate alla bocciatura del piano presentato dal Milan e delle strade alternative come il settlemente agreement o le eventuali sanzioni sportive.

«Tutto è possibile, ma è prematuro parlarne», ha affermato Ceferin.

Le rassicurazioni di Berlusconi

Ieri sul tema della nuova proprietà cinese del Milan si era espresso anche l’ex presidente rossonero Silvio Berlusconi, rassicurando sulla solidità finanziaria di Yonghongh Li.

«Per cedere il Milan, Fininvest si è affidata ad advisor, studi legali e banche di livello internazionale. Gli acquirenti cinesi hanno sempre rispettato puntualmente gli impegni presi e un fondo importante come Elliott ha ritenuto di poter garantire loro un prestito rilevantissimo», ha affermato Berlusconi in un tweet pubblicato sul suo account ufficiale.

Il voluntary agreement

Come ricordato da Ceferin a Repubblica il responso sulla richiesta di voluntary agreement arriverà attorno a metà dicembre, dopo che il Milan avrà fornito le informazioni supplementari chieste dal Club Financial Control Body (CFCB) a seguito dell’incontro dello scorso 9 novembre.

Il Milan, come ricordava ieri la Gazzetta dello Sport ha ricevuto questa richiesta da poco, ha ora tempo fino ai primi di dicembre, tra il 5 e il 10, per fornire la documentazione richiesta. Per cui sembra difficile che, mentre chiede notizie, l’Uefa abbia già deciso di dire no ai rossoneri.

Anche se, viste le parole di Ceferin a Repubblica, il Milan e il suo proprietario dovranno portare argomenti convincenti per superare positivamente la valutazione di Nyon.

Il ruolo di Yonghong Li

Tra i punti sui quali i commissari di Nyon vorrebbero vederci chiaro c’è la reale consistenza patrimoniale di Yonghng Li. Un deficit sarebbe più «tollerabile» se l’Uefa potesse ritenersi certa che, dietro, c’è comunque una proprietà solida che in qualche modo può intervenire.

Il regolamento Uefa prevede infatti che poter derogare dalla regola generale sottoscrivendo il voluntary agreement un club deve:

  1. presentare un piano a lungo termine, costituito da un piano finanziario “basato su ipotesi ragionevoli e prudenti” che preveda il raggiungimento del pareggio di bilancio in quattro esercizi;
  2. dimostrare di avere le risorse finanziare a finanziarsi fino al termine del periodo coperto dall’accordo volontario;
  3. presentare un impegno irrevocabile da parte dell’azionista o di una parte correlata a coprire le perdite relative agli esercizi precedenti a quello in cui sarà raggiunto il pareggio di bilancio. Questo impegno irrevocabile – dice il regolamento – dovrà essere sancito per mezzo di un accordo giuridicamente vincolante tra il club e l’azionista (o la parte correlata).

L’UEFA Club Financial Control Body potrebbe anche chiedere al nuovo azionista del Milan o a chi lo ha finanziato di presentare precise garanzie finanziarie.