L’Atalanta compie 110 anni: il modello nerazzurro tra stadio, giovani e plusvalenze

Creare giocatori e saperli prima sfruttare sul campo e poi vendere bene resta un elemento importante, se non fondamentale, per far quadrare i conti. Motivo per cui spesso da Bergamo i giovani partono verso le big.

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Analisi
Antonio Percassi (Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’Atalanta compie oggi 110 anni: nonostante l’età, coi giovani ci sa fare, eccome. Gagliardini, Conti e Caldara sono solo gli ultimi esempi di un settore giovanile che ha sempre sfornato giocatori da Serie A, anche in grandi squadre.

Il vivaio, però, non serve solo da un punto di vista tecnico. Creare giocatori e saperli prima sfruttare sul campo e poi vendere bene resta un elemento importante, se non fondamentale, per far quadrare i conti. Motivo per cui spesso da Bergamo i giovani partono verso le big: negli ultimi 6 mesi gli esempi non sono mancati.

Caldara, Gagliardini, Conti e anche il classe ’99 Bastoni sono solo gli ultimi tre di una lunga lista di giovani del settore giovanile nerazzurro che hanno permesso incassi importanti alla società. Merito anche di una società che investe, eccome, nel vivaio.

Negli ultimi 10 anni, infatti, i tre talenti sono quelli che hanno permesso plusvalenze più sostanziose all’Atalanta, ma la lista comunque resta lunga, da Gabbiadini a Montolivo passando per Grassi e Bonaventura.

Atalanta - Le plusvalenze realizzate dalle cessioni di giocatori cresciuti nel settore giovanile

D’altronde, soprattutto in Italia, come dicevamo per una società media le plusvalenze restano uno dei core business. E l’Atalanta sembra rispettare questa “legge”: dal 1999/2000 (concisa con la penultima promozione in Serie A) in poi, le plusvalenze hanno avuto un impatto di poco più del 30%, raggiungendo complessivamente quota 255 milioni su un fatturato totale di 845 milioni di euro.

Atalanta, l'impatto delle plusvalenze sul bilancio

Si va da un minimo del 7% (nel bilancio 2011) ad un massimo del 56% (nel bilancio 2002). Un motivo in più per considerare operazioni molto importanti le cessioni di Bastoni, Caldara, Gagliardini e Conti, che permettono tra l’altro di sistemare due diversi bilanci: qullo relativo all’esercizio in corso con i soldi incassati dalla cessione del difensore alla Juventus, del classe ’99 all’Inter dal terzino al Milan, quello relativo all’esercizio 2018 (quando l’Inter lo riscatterà ufficialmente) con quelli del centrocampista, per il quale intanto l’Atalanta incassa 2 milioni per il prestito.

Senza considerare che l’estate ha portato anche la cessione di Kessiè al Milan, il cui riscatto, nonostante fosse fissato per l’estate 2019, dovrebbe avvenire già nel corso di questa stagione (come confermato dall’ad rossonero Fassone): operazione che permetterà una plusvalenza da circa 20 milioni (più 8 milioni circa di prestito oneroso), resta da vedere in quale esercizio. Un modello che continua a funzionare, quindi, e che nel frattempo ha portato l’Atalanta in Europa. Ma il modello nerazzurro va anche oltre il mercato, e lo abbiamo imparato negli ultimi mesi.

Modello Atalanta, gli investimenti sulle infrastrutture

La proprietà Percassi, infatti, vuole investire anche sulle infrastrutture: stadio e non solo. La ristrutturazione dell’Atleti Azzurri d’Italia è ovviamente il progetto principale. Diventato interamente di proprietà dell’Atalanta lo scorso agosto, con una spesa pari a 8,6 milioni (da cui va scorporata la somma di 2 milioni 260 mila euro sostenuta dall’Atalanta nell’estate 2015 per lavori). Ora si attende la presentazione del progetto di rifacimento delle due curve (la tribuna d’onore e la Creberg sono sotto vincolo perché d’interesse storico, artistico e paesaggistico), oltre alle infrastrutture e strade nelle zone limitrofe, per dare via ai lavori.

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La coreografia dei tifosi dell’Atalanta per la qualificazione in Europa league (Foto: Insidefoto)

Ma non basta, perché tra i progetti c’è infatti anche la ristrutturazione del Centro Sportivo Bortolotti, l’anima della società, visto che ospita il vivaio atalantino. Un investimento da altri 6 milioni di euro per migliorare le strutture, dando ai giovani nerazzurri ben 8 campi e una struttura da 110mq di centro sportivo, con una palazzina da 1200mq che conterrà nuovi spogliatoi, palestra e anche le sale studio per i ragazzi. In fondo da lì sono usciti anche Caldara, Gagliardini e Conti: ovverosia i giovani che “riforniscono” non solo la prima squadra, ma anche le casse del club.